quarto stato

venerdì 6 gennaio 2012

Spese militari: cosa tagliare?

Quello delle spese militari è un tema più che mai bollente. In tempo di crisi e sacrifici da cavallo da più parti se ne chiede, in termini di bilancio, una drastica riduzione.
Voglio iniziare il confronto riportando tre articoli che mi pare impostino bene la questione. Eccoli
Art.1 da Sbilanciamoci .org
Un brutto affare Spese militari: costi esagerati e sprechi
Art,2: da Unità.it Dai caccia ai generali: ecco le spese da tagliare
Art.3: da E-Il mensileonlineTaglia le ali alle armi 
Per non appesantire, vi riporto integralmente solo quello tratto da Sbilanciamoci.org. Il resto basta cliccare per leggerlo. ________________________________________________________________________________
(A
rt.1)

Un brutto affare. Spese militari:
costi esagerati e sprechi

Nonostante la crisi finanziaria e la successiva recessione globale, le spese militari nel mondo continuano a crescere: nel 2010 infatti, secondo quanto registrato dal SIPRI, il prestigioso Istituto Internazionale di Ricerche per la Pace di Stoccolma, la spesa militare ha raggiunto i 1630 miliardi di dollari, con un incremento in termini reali dell’1,3% rispetto all’anno precedente. L’Italia anche quest’anno si conferma al decimo posto, secondo il SIPRI, con 37 miliardi di dollari, un dato che è tuttavia “stimato”, vista l’impossibilità, anche per l’istituto di ricerca, di avere dati precisi. Il Bilancio della Difesa è pari per il 2012 (con l’approvazione del Bilancio dello Stato lo scorso 12 novembre) a 19.962 milioni di euro. Per la funzione difesa, riferita alle tre armi esercito, marina ed aeronautica sono stanziati 14.111 milioni di euro, a questi vanno aggiunti 5.850 milioni di euro per la funzione sicurezza del territorio (i Carabinieri). Ma si arriva facilmente ad una spesa complessiva -verificata- di oltre 23 miliardi di euro se a tutto ciò si sommano le spese per le missioni all’estero e e gli stanziamenti del ministero dello Sviluppo Economico per i sistemi d’arma.

Vediamo i singoli aspetti. Il “personale”. L’organico 2012 delle Forze Armate è previsto in poco più di 180mila unità. E’ completamente fallito l’obiettivo fissato dalla riforma della leva del 2001 dal momento che abbiamo un numero di comandanti (graduati) superiore a quello dei comandati (truppa), un numero spropositato di 511 Generali ed Ammiragli ed un numero di marescialli più che doppio rispetto al necessario. Ne risulta un organico con una età anagrafica molto avanzata e quindi poco incline all’operatività. Il paradosso emerge dalle missioni all’estero, attività ormai principale delle nostre Forze Armate, che impegnano 7.435 uomini e donne, con evidente difficoltà a rispondere positivamente all’ipotesi di altre missioni.

Poi c’è il cosiddetto settore “esercizio”. Per il 2012 sono state allocati 1.512,4 milioni di euro, con un incremento rispetto all’anno precedente di 68,1 milioni di euro. Con questi fondi si provvede alla formazione ed all’addestramento del personale, alla manutenzione ed all’efficienza dei mezzi ed alla sicurezza del personale; i tagli lineari fatti negli anni passati sono andati a finire sempre qui. Poi c’è la parte dedicata agli “investimenti”. E’ questo il delicato settore della ricerca, sviluppo ammodernamento e rinnovamento dei nuovi sistemi d’arma: nel 2012 è prevista una spesa di 3.941 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2011 pari a 471,4 milioni di euro: più del 10% in spesa per armi.

Dunque, quasi 20 miliardi del Bilancio della Difesa, ma si arriva velocemente a 23. Va considerato infatti che nello stato di previsione del ministero dell’Economia è presente il fondo per le missioni internazionali di pace, incrementato con 700 milioni di euro dalla Legge di Stabilità, raddoppiati poi dalla manovra Monti. Lo stato di previsione del Ministero dello Sviluppo Economico comprende poi 1538,6 milioni di euro per interventi agevolativi per il settore aeronautico e 135 milioni di euro per lo sviluppo e l’acquisizione delle unità navali della classe FREMM. La Legge di Stabilità proroga al 31 dicembre 2012 l’utilizzo di personale delle Forze Armate per le operazioni di controllo del territorio per una spesa complessiva di 72,8 milioni di euro.

Proseguono nel frattempo sovrapposizioni e sprechi: a cosa servono all’Italia 180.000 uomini e donne militari, con i vertici che crescono e la truppa che viene tagliata? A cosa servono 2 portaerei, decine di fregate, 131 cacciabombardieri d’attacco, 121 aerei di difesa, centinaia di elicotteri, centinaia di blindati? Perché comprare mezzi spesso sottoutilizzati ed a volte addirittura non utilizzati (fortunatamente!)? Non parliamo poi degli sprechi che sono emersi in questi mesi: il mezzo milione di euro della Festa delle Forze Armate al Circo Massimo, le 19 Maserati blindate appena arrivate per i vertici militari della Difesa, i costi esagerati per gestire per 4 anni 9 alloggi destinati a Generali dell’aereonautica: 2 milioni e 280 mila euro. Aggiungiamo noi i 20 milioni di euro destinati alla Mini naja e gli oltre 7 milioni l’anno per l’operazione strade sicure, iniziative molto di facciata e poco di sostanza. Occorre fare di necessità virtù ed approfittare della crisi per rivedere il nostro Modello di Difesa in base alle reali esigenze del Paese, creando uno strumento più snello e liberando risorse economiche da destinare a settori dove i soldi investiti garantiscano posti di lavoro e benessere per il Paese. Una recente ricerca dell’Università del Massachusetts ha calcolato che: Se investiamo un miliardo di dollari nella difesa abbiamo 11.000 nuovi posti di lavoro; 17.000 se lo impegniamo nelle energie rinnovabili e 29.000 se andasse nel settore dell’educazione. Ecco la strada da seguire.
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SHEDA

Caccia F-35. L'Italia ha una commessa di 15 miliardi di euro per l’acquisto dagli Stati Uniti d’America di 135 caccia F-35 (costo unitario 124 milioni di euro).
EUROFIGHTER. L’ultima trance del programma (già spesi 13 miliardi di euro) per il caccia Eurofighter costerà all’Italia 5 miliardi di euro.
AEREI SENZA PILOTI: Il nostro governo intende acquistarne 8. Costo complessivo 1,3 miliardi di euro.
ELICOTTERI. L’Italia sta acquistando 100 nuovi elicotteri militari NH-90: costo complessivo 4 miliardi di euro.
NAVI DA GUERRA.
L’Italia ha acquistato 10 fregate «Fremm» costo complessivo 5 miliardi di euro.
SOMMERGIBILI.
Il nostro Paese sta acquistando 2 sommergibili militari: costo 1 miliardo di euro.
SISTEMI DIGITALI PER L’ESERCITO: Il progetto «Forza Nec» serve a dotare le forze di terra e da sbarco di un sistema di digitalizzazione. Solo la progettazione in atto costa 650 milioni. La stima di spesa complessiva è intorno a 12 miliardi di euro. Nel 2013, nel 2013 acquisteremo 249 blindati «Freccia per 1,6 miliardi. Nel 2015, 2 fregate antiaeree «Orizzonte » per altri 1,4 miliardi. Nel 2016 finiremo di pagare la portaerei Cavour e 4 sommergibili U-212 saldando i restanti 3,2 miliardi del finanziamento. Sul bilancio dello Stato, al momento, gravano 71 programmi di ammodernamento e riconfigurazione di sistemi d'arma, che ipotecano la spesa bellica da qui al 2026. Alcunedomandesono d’obbligo: sono tutte acquisizioni necessarie? E in rapporto a quale modello di Difesa e su quale visione del ruolo dell’Italia nello scacchiere internazionale?
SPESE PER PERSONALE:
2/3 del bilancio della Difesa. C’è il rischio, ha sostenuto in una intervista a l’Unità, l’ex capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, generale Vincenzo Camporini, che l’Esercito si trasformi in uno «stipendificio ».
ALCUNI DATI.
L’organico attuale delle nostre Forze Armate conta

511 tra generali e ammiragli (69 sono i generali di Corpo d'armata: ossia più del doppio dei corpi d'armata attualmente operativi in Italia; Ce ne sono 50 tra Esercito, Aeronautica e Marina, 10 nell'Arma dei Carabinieri e 9 nella Guardia di Finanza);
2600 sono i colonnelli; 22.992 gli ufficiali; 71.837 i sottufficiali (di cui 55.974 marescialli, 15.858 i sertgenti) : un numero spropositato rispetto ai «comandati »:
la Truppa volontari conta.
83.421 unità (di cui in servizio permanente 48.173; 35.248, in ferma prefissata). Ne risulta un organico con una età anagrafica molto avanzata e quindi poco incline all’operatività. «Tra un po’ avremo tutti generali e nemmeno un corpo d’armata.
Mandare a casa tenenti, colonnelli e marescialli lontani dall’età della pensione per assumere sergenti, come vorrebbe qualcuno, significa buttare via i soldi», rimarca il generale Fabio Mini, già comandante della missione Nato in Kosovo. Il paradosso emerge dalle missioni all’estero, che impegnano circa 7.435 tra uomini e donne, con evidente difficoltà a rispondere positivamente all’ipotesi di altre missioni.
Le spese per il personale si assestano sulla cifra di 9,4 miliardi euro (+0,9 rispetto 2010), quelle per l'addestramento segnano un -18% rispetto al 2010 (pari a fondi inferiori di 320 milioni euro rispetto al 2010) mentre quelle per gli investimenti si fermano a 3,4 miliardi euro. Se noi volessimo rappresentare su un diagramma a torta l'andamento del bilancio funzione difesa italiano per l'anno 2011 vedremmo come le tre voci «personale», «addestramento » ed «investimenti» invece di avere un equilibrio ottimale del 40% per il personale e del 30% per le altre due voci, si rivela ancora squilibrato alla voce spese per il personale (65,8% del bilancio) lasciando uno scarso 10% per l’addestramento e il 24% per gli investimenti.
Quanto a spesa, l’Italia, è (dati Sipri) la decima potenza militare al mondo su 153 Paesi monitorati. Spendiamo, in termini complessivi, per l’apparato militare più dell’India, del Brasile, del Canada, d’Israele...( dati dello Stockholm International Peace Research Institute, Sipri). Quanto alla dimensione quantitativa delle Forze Armate (Esercito, Marina, Aeronautica), con 178.600 unità, l’Italia ha più militari della Gran Bretagna (177.00), della Germania (152.00), della Spagna (135.000). Significativa è anche l’analisi della spesa pro capite (spesa militare/popolazione) dell’Italia in rapporto ad altri Paesi economicamente più «solidi » del nostro. La nostra spesa pro capite è di 478 dollari, mentre quella del Giappone è di 332 dollari, quella della Germania di 411 dollari. Questo è il quadro della situazione. Il dibattito è aperto. La sfida è conciliare riduzione di spesa e maggiore funzionalità.

link:


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