Quello delle spese militari è un tema più che mai bollente. In tempo di crisi e sacrifici da cavallo da più parti se ne chiede, in termini di bilancio, una drastica riduzione.
Voglio iniziare il confronto riportando tre articoli che mi pare impostino bene la questione. Eccoli
Art.1 da Sbilanciamoci .org Un brutto affare Spese militari: costi esagerati e sprechi
Art,2: da Unità.it Dai caccia ai generali: ecco le spese da tagliare
Art.3: da E-Il mensileonlineTaglia le ali alle armi Art.1 da Sbilanciamoci .org Un brutto affare Spese militari: costi esagerati e sprechi
Art,2: da Unità.it Dai caccia ai generali: ecco le spese da tagliare
Per non appesantire, vi riporto integralmente solo quello tratto da Sbilanciamoci.org. Il resto basta cliccare per leggerlo. ________________________________________________________________________________
(Art.1)
Un brutto affare. Spese militari:
costi esagerati e sprechi
Nonostante la crisi finanziaria e la successiva recessione globale, le spese militari nel mondo continuano a crescere: nel 2010 infatti, secondo quanto registrato dal SIPRI, il prestigioso Istituto Internazionale di Ricerche per la Pace di Stoccolma, la spesa militare ha raggiunto i 1630 miliardi di dollari, con un incremento in termini reali dell’1,3% rispetto all’anno precedente. L’Italia anche quest’anno si conferma al decimo posto, secondo il SIPRI, con 37 miliardi di dollari, un dato che è tuttavia “stimato”, vista l’impossibilità, anche per l’istituto di ricerca, di avere dati precisi. Il Bilancio della Difesa è pari per il 2012 (con l’approvazione del Bilancio dello Stato lo scorso 12 novembre) a 19.962 milioni di euro. Per la funzione difesa, riferita alle tre armi esercito, marina ed aeronautica sono stanziati 14.111 milioni di euro, a questi vanno aggiunti 5.850 milioni di euro per la funzione sicurezza del territorio (i Carabinieri). Ma si arriva facilmente ad una spesa complessiva -verificata- di oltre 23 miliardi di euro se a tutto ciò si sommano le spese per le missioni all’estero e e gli stanziamenti del ministero dello Sviluppo Economico per i sistemi d’arma.
Vediamo i singoli aspetti. Il “personale”. L’organico 2012 delle
Forze Armate è previsto in poco più di 180mila unità. E’ completamente
fallito l’obiettivo fissato dalla riforma della leva del 2001 dal
momento che abbiamo un numero di comandanti (graduati) superiore a
quello dei comandati (truppa), un numero spropositato di 511 Generali ed
Ammiragli ed un numero di marescialli più che doppio rispetto al
necessario. Ne risulta un organico con una età anagrafica molto avanzata
e quindi poco incline all’operatività. Il paradosso emerge dalle
missioni all’estero, attività ormai principale delle nostre Forze
Armate, che impegnano 7.435 uomini e donne, con evidente difficoltà a
rispondere positivamente all’ipotesi di altre missioni.
Poi c’è il cosiddetto settore “esercizio”. Per il 2012 sono state
allocati 1.512,4 milioni di euro, con un incremento rispetto all’anno
precedente di 68,1 milioni di euro. Con questi fondi si provvede alla
formazione ed all’addestramento del personale, alla manutenzione ed
all’efficienza dei mezzi ed alla sicurezza del personale; i tagli
lineari fatti negli anni passati sono andati a finire sempre qui. Poi
c’è la parte dedicata agli “investimenti”. E’ questo il delicato settore
della ricerca, sviluppo ammodernamento e rinnovamento dei nuovi sistemi
d’arma: nel 2012 è prevista una spesa di 3.941 milioni di euro, con un
incremento rispetto al 2011 pari a 471,4 milioni di euro: più del 10% in
spesa per armi.
Dunque, quasi 20 miliardi del Bilancio della Difesa, ma si arriva
velocemente a 23. Va considerato infatti che nello stato di previsione
del ministero dell’Economia è presente il fondo per le missioni
internazionali di pace, incrementato con 700 milioni di euro dalla Legge
di Stabilità, raddoppiati poi dalla manovra Monti. Lo stato di
previsione del Ministero dello Sviluppo Economico comprende poi 1538,6
milioni di euro per interventi agevolativi per il settore aeronautico e
135 milioni di euro per lo sviluppo e l’acquisizione delle unità navali
della classe FREMM. La Legge di Stabilità proroga al 31 dicembre 2012
l’utilizzo di personale delle Forze Armate per le operazioni di
controllo del territorio per una spesa complessiva di 72,8 milioni di
euro.
Proseguono nel frattempo sovrapposizioni e sprechi: a cosa servono
all’Italia 180.000 uomini e donne militari, con i vertici che crescono e
la truppa che viene tagliata? A cosa servono 2 portaerei, decine di
fregate, 131 cacciabombardieri d’attacco, 121 aerei di difesa, centinaia
di elicotteri, centinaia di blindati? Perché comprare mezzi spesso
sottoutilizzati ed a volte addirittura non utilizzati (fortunatamente!)?
Non parliamo poi degli sprechi che sono emersi in questi mesi: il mezzo
milione di euro della Festa delle Forze Armate al Circo Massimo, le 19
Maserati blindate appena arrivate per i vertici militari della Difesa, i
costi esagerati per gestire per 4 anni 9 alloggi destinati a Generali
dell’aereonautica: 2 milioni e 280 mila euro. Aggiungiamo noi i 20
milioni di euro destinati alla Mini naja e gli oltre 7 milioni l’anno
per l’operazione strade sicure, iniziative molto di facciata e poco di
sostanza. Occorre fare di necessità virtù ed approfittare della crisi
per rivedere il nostro Modello di Difesa in base alle reali esigenze del
Paese, creando uno strumento più snello e liberando risorse economiche
da destinare a settori dove i soldi investiti garantiscano posti di
lavoro e benessere per il Paese. Una recente ricerca dell’Università del
Massachusetts ha calcolato che: Se investiamo un miliardo di dollari
nella difesa abbiamo 11.000 nuovi posti di lavoro; 17.000 se lo
impegniamo nelle energie rinnovabili e 29.000 se andasse nel settore
dell’educazione. Ecco la strada da seguire.
_________________________________________________________________________
Nessun commento:
Posta un commento