Dopo le rivelazioni del supertestimone ora s'indaga per omicidio volontario
Caso Quirra,
la Procura di Lanusei indagherebbe per omicidio volontario, com'era
successo nel caso degli incidenti alle acciaierie Thyssen del 2007,
quando sette operai morirono in fabbrica. Nel processo davanti alla
Corte d'Assise di Torino, chiuso in primo grado un mese fa,
l'amministratore delegato della società tedesca è stato condannato a
sedici anni e mezzo di carcere (13 anni per altri dirigenti). È la
stessa strada giudiziaria che starebbe seguendo il procuratore di
Lanusei Domenico Fiordalisi, responsabile dell'inchiesta sull'eventuale
rapporto tra le attività nel poligono e l'insorgenza di tumori tra i
pastori che lavorano nei pressi dell'area militare.
UFFICIALE INDAGATO Nei giorni scorsi sarebbe stato iscritto nel
registro degli indagati un alto ufficiale in servizio negli anni Ottanta
nel poligono del Salto di Quirra.
Avrebbe organizzato e diretto i brillamenti degli ordigni arrivati da
tutta Italia per essere smaltiti in Sardegna: esplosioni sospettate di
aver creato un disastro ambientale, la contaminazione delle falde
acquifere, malformazioni e tumori negli animali.
IL PROCURATORE
Fiordalisi smentisce la notizia del procedimento per omicidio
volontario, che invece è confermata da altre fonti. Nei prossimi giorni
sarebbero previsti i primi interrogatori negli uffici della Procura di
Lanusei.
L'INDAGINE Da gennaio il procuratore sta cercando di far luce su quel che accaduto a Quirra
dal 1970 a oggi. Il primo a finire nel registro degli indagati è stato
il generale Tobia Santacroce, che sarebbe stato uno dei responsabili dei
brillamenti altamente pericolosi per l'ambiente: l'ufficiale toscano è
accusato di omicidio plurimo colposo e di disastro ambientale.
Santacroce, durante un interrogatorio, avrebbe chiarito la propria
posizione: «Non mi occupavo di brillamenti o attività operative: gestivo
soltanto il personale di leva».
LA SGS Indagati anche due esperti della Sgs, la società del
gruppo Fiat che ha vinto l'appalto per il controllo ambientale di suoli e
acque nel poligono. Gilberto Nobile e Gabriella Fasciani sono accusati
di falso: il sospetto è che
abbiano interpretato i dati ottenuti dalle analisi al fine di
dichiarare che il poligono non fosse inquinato, secondo il pm in chiara
connivenza con la Difesa in quanto il gruppo Fiat, negli anni, era stato
uno dei maggiori clienti del poligono, teatro delle sperimentazioni di
alcuni prodotti, armi comprese, realizzati dalla società industriale
torinese.
RADIOATTIVITÀ L'inchiesta della Procura di Lanusei ha appurato
che per diversi anni le forze armate straniere, oppure le società che
affittavano il poligono per i test, erano solite sotterrare i rifiuti
pericolosi (pezzi di razzi, parti elettroniche, pneumatici, amianto) in
località Is Pibiris, dov'è stata scoperta una discarica vasta un ettaro.
Tantissimi ordigni, alcuni non esplosi, sono stati ritrovati anche nei
fondali marini davanti a Quirra. In un
deposito dove si sono ammalati due soldati di leva (linfoma), sono stati
recuperati pezzi di radar radioattivi custoditi, secondo l'accusa,
senza rispettare le leggi in materia di sicurezza sul lavoro.
RIESUMAZIONI
Il pm Fiordalisi ha disposto anche il sequestro di 19 salme di pastori
morti nella zona, per cercare eventuali residui di sostanze radioattive
come l'uranio impoverito, rinvenuto nelle ossa di un agnello nato
malformato in un ovile del Salto di Quirra da genitori che avevano sempre pascolato tra bersagli e rampe di missili.
Paolo Carta L'Unione Sarda
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La giunta regionale della Sardegna,
convocata d'urgenza lo scorso venerdì notte, ha deliberato lo stato di
crisi dopo il sequestro del Poligono interforze del Salto di Quirra da
parte della magistratura, deliberando un primo intervento di 500mila
euro a sostegno degli allevatori, e chiedera' un immediato tavolo di
confronto con il ministero della Difesa affinche' vengano elargiti gli
indennizzi ai pastori che non possono più pascolare le loro greggi
nell'area.
''Non possiamo abbandonare i
pastori al loro destino'', ha detto il presidente Ugo Cappellacci. Alla
conclusione della riunione dell'esecutivo, i danni stimati ammontano a
circa 700mila euro, soldi che la Regione dovra' anticipare
''sforbiciando'' tra il collegato alla finanziaria, la cui discussione
iniziera' mercoledi' prossimo in Consiglio regionale, in attesa dei
soldi dello Stato. L'assessore della sanita' ha firmato il decreto che
istituisce la commissione per l'analisi epidemiologica per scoprire le
cause del presunto inquinamento ambientale e delle morti sospette.
Già da ieri sera erano arrivati diversi appelli affinchè si facesse qualcosa per aiutare i pastori e gli allevatori della zona. "Il sequestro del Poligono interforze del salto di Quirra da parte del Tribunale di Lanusei sfratta i pastori (62 operatori) e le greggi (oltre 10 mila capi) che in quel territorio lavorano da decine di anni, pagando peraltro per il diritto al pascolo.
Tale decisione, da una parte "suscita ulteriore preoccupazione per le condizioni ambientali e per i rischi per la salute di chi in quel territorio ci abita e ci lavora, dall'altra aggrava ancora di più le condizioni economiche e sociali di quel territorio". Lo ha dichiarato il segretario regionale del Partito democratico, Silvio Lai. "Chiediamo che la Regione convochi con urgenza i sindaci dei Comuni sui cui territori grava il poligono interforze e insieme chiedano - continua Lai - al Governo nazionale che l'applicazione della legge nazionale 898, che garantisce in altre zone dell'isola l'indennizzo ai pescatori che non possono pescare nelle acque dove insistono altri poligoni (Teulada), sia estesa con un decreto urgente anche ai pastori di quel territorio affinché anch'essi siano indennizzati dal blocco dei territori. Non vediamo nessuna differenza e confidiamo che il presidente della Regione operi rapidamente quanto incisivamente". "Ci auguriamo che le indagini in corso della magistratura fughino ogni ragionevole dubbio, anche il più labile, sulle condizioni ambientali e di sicurezza e che possa essere escluso che le acque e la terra di quella parte di Sardegna non siano avvelenati dall'uranio e dai successivi prodotti modificati. Siamo convinti - conclude Lai - che il benessere di una Regione non deriva da un'economia di guerra con i suoi pericoli e veleni che ne compromettono il presente e il futuro e di cui i sardi pagano più costi di altri territori, ma economie di pace, di industria, agricoltura, turismo".
Della stessa opinione Gian Piero Scanu e Francesco Ferrante senatori del Pd e componenti della Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito. I due hanno ribadito che serve un sostegno economico del Governo a favore degli allevatori e degli agricoltori della zona. che stanno subendo il fermo dei 12 mila ettari della base. La Provincia di Cagliari ha chiesto che venga stabilita una data certa di scadenza dello sgombero.
fonte: Tiscali.it Sardegna
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Mezzo milione ai pastori di Quirra