quarto stato

domenica 12 gennaio 2014

Tre nuove poesie

Inizia da qui, da queste tre nuove poesie, una nuova silloge...
Il mostro

Sotto i miei occhi lavora
incurante il mio cuore dica no, fermati!
se continui ci togli la terra e l’aria,
il sole da noi così amato…
Ma quello è di metallo
non ha orecchie non ha occhi
ignora il tuo e il mio pianto.
Ti ha già tolto il piacere
ti ha sformato le gambe mille volte accarezzate.
Ha disegnato per il suo sollazzo sul tuo ventre
cicatrici indelebili.
Ora punta il tuo seno, lo stringe
nel suo pugno armato dalla morte.
Ti porterà via, me l’ha detto
un pezzo per volta scavando sotto
la tua pelle come un’unghia inesorabile.
Che ne sarà di noi? Che resterà di noi?
Quello non risponde, è di metallo
e scava e scava
nei tuoi e nei miei pensieri
sino allo zero della dissoluzione…
(f.v. 2014)
* * *
Quella

Quella, passo a passo s’avvicina.

Quella, come il sagrestano alla fine della messa

spegne la luce, il cielo dai tuoi occhi.

Quella ha un nome che non voglio nominare.

Io la vedo, ne odo il respiro,
ne sento l’odore pesante
di ossa rinsecchite e sangue aggrumato nei vestiti.

Quella di cui non dico il nome, che non voglio nominare

s’aggira con la sporta della ladra
già piena dei baci di altri amanti.

Vuole pure i nostri, per questo è qui.

I baci e tutte le carezze

e le parole rosse d’amore bisbigliate

tante volte ad ogni alba eppure nuove

più del fiore che schiude lo stupore mattutino

alle quattro porte del mondo.


Ah i baci e le parole, no!

Quella non riuscirà a rubarle

annerendo di cupa assenza lo smalto
 
vivace del sangue e dei sogni
perché non sono più tue né mie

bozzolo di crisalide, onda lanciata
sul crinale di perenne metamorfosi marine.
 
(f.v. 2014)
 * * *
Le barche 
Eccoci qui, al molo,
piccolo mondo nel mondo, 
le nostre due barche che unirono le rotte 
portandoci a questa spiaggia
ora ondeggiano e sembrano ballare
nel mare dei nostri ricordi.
Ne è bastata una per andare e tornare
dai molti arcipelaghi alla nostra isola.
Gonfia di vento la vela delle parole
ha vinto bonacce e tempeste.
 
Una, ne basta una:
finché il cuore regge - dicevi
all’altra diamole fuoco
arrossando le albe
sino al confine ultimo della passione.

(v.f. 2014)