Veleni a Quirra, primo indagato:è un ex colonnello
Il racconto di Mauro Artizzu,
militare di leva nel poligono di Perdasdefogu nel '97, sui brillamenti
di munizioni e il successivo interramento all'interno della base, dà una
scossa decisa all'indagine su Quirra. In queste ore, infatti, il
procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi, oltre ad aver disposto il
sequestro di una nuova parte del poligono, ha iscritto nel registro
degli indagati per "disastro ambientale aggravato" e per "omissione di atti d'ufficio per ragioni di igiene" il diretto responsabile di Artizzu all'epoca.
Si chiama Tobia Santacroce, ha 66 anni, è originario di Chieti, è in pensione, ma nel '97 - nel periodo del quale parla Artizzu - era il colonnello che comandava l'ufficio inquadramento del poligono di Quirra.
Era, cioè, il responsabile dei soldati di leva. La sua iscrizione nel
registro degli indagati è, dunque, un atto dovuto, da parte degli
inquirenti.
Il fascicolo sui reati che la Procura di Lanusei e la squadra mobile di
Nuoro ipotizza che siano stati commessi a Quirra, infatti, annovera
ancora tanti "omissis", ovvero ignoti sui quali ancora si deve indagare.
Resta il fatto che l'inchiesta su Quirra, con questa decisione,
comincia a restringere il cerchio attorno a ipotesi di reato e ad
eventuali responsabilità. Il nome di Santacroce, secondo la Procura
ogliastrina, è legato dunque alla tranche dell'inchiesta
sull'inquinamento ambientale. Santacroce è stato iscritto nel registro
degli indagati perché gli investigatori lo considerano legato ai fatti
dei quali parla il teste Mauro Artizzu. Quest'ultimo, com'era emerso già
nelle scorse settimane, agli inquirenti racconta ciò che ha visto nel
poligono di Quirra quando era militare di leva, nel '97.
«Camion carichi di armi». «Al poligono - racconta l'ex
militare di leva - brillavano le armi di tutta Italia. Arrivavano camion
da tutta Italia pieni di munizioni da far brillare». Il giovane spiega
anche che i camion entravano nella base, raggiungevano alcuni punti del
poligono e lì si procedeva a far brillare le munizioni esauste. Queste
esplosioni, aggiunge, producevano polveri che poi si posavano sul
terreno circostante. Le polveri, infine, venivano raccolte e sotterrate
dagli stessi militari all'interno di alcuni barili.
Fin qui, dunque, il racconto del teste, che dovrà essere verificato fino
in fondo. Certo è che per gli investigatori resta un racconto
affidabile e gli stessi ritengono di averne già trovato i primi
riscontri. Per la Procura questi brillamenti non sarebbero state
operazioni innocue. Se è vero, da un lato, che sono operazioni normali
in un poligono, è vero anche che la presenza nello stesso poligono di
pastori con il loro bestiame li rende del tutto particolari e, per la
Procura, piuttosto pericolosi.
L'ipotesi di reato, infatti, è che queste «gigantesche esplosioni di tutto il munizionamento e delle bombe obsolete
d'Italia, e l'interramento di numerosi rifiuti miltari in vaste aree
del poligono» abbia, scrive la Procura, «cagionato un disastro
ambientale che ha provocato l'insorgenza di malformazioni e malattie
tumorali, in molti casi mortali, negli animali e nelle persone
frequentanti il poligono». La Procura indaga anche per "omicidio plurimo
con dolo eventuale dei pastori autorizzati a frequentare le aree vicine
alla zona dei brillamenti e la zona dove erano interrati numerosi
rifiuti militari".
Ipotizza che l'inquinamento ambientale a Quirra abbia influito in
maniera pesante nei confronti di animali e persone. Fin qui, dunque,
ipotesi di reato. Cosa c'entri in tutto questo il colonnello Santacroce è
presto detto. Secondo gli investigatori, in quanto comandante,
all'epoca dei fatti raccontati dal teste Artizzu, dell'ufficio
inquadramento e del personale di leva, era responsabile anche di ciò che
facevano questi militari. Di qui la sua iscrizione nel registro degli
indagati: un atto dovuto, inevitabile.
Nuovi sequestri. Sempre in queste ore, la forestale e
la squadra mobile nuorese guidata da Fabrizio Mustaro, su disposizione
della Procura di Lanusei, hanno ispezionato e messo sotto sequestro
diverse zone del poligono nelle quali, diverse settimane fa, tramite una
ricognizione aerea, la stessa forestale avevano notato alcuni lavori di
movimento terra e di spianamento della superficie da parte dei
militari. La Procura sospetta che siano stati fatti ad arte prima di una
visita particolare: era quella prevista per qualche giorno dopo da
parte della commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito.
La nuova zona messa sotto sequestro è quella chiamata "zona
brillamenti" o "Torre gigli".
fonte: La Nuova Sardegna
link
video: i sopralluoghi al poligono di Quirra fonte Espresso
Leggi inchiesta: Quel Poligono uccide
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