quarto stato

martedì 5 aprile 2011

Cinese muore in fabbrica clandestina. Il corpo gettato in strada



Appello al Presidente della Repubblica affiché conceda a Yaeb Sara, il bambino nato in mare durante la traversata dalla Libia verso Lampedusa, la nazionalità italiana.

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Il post di oggi

Esseri umani alla stregua di oggetti e come gli oggetti si usano e poi si gettano. Ormai funziona così il meccanismo.

Finché sei di qualche utilità bene, ma appena risulti inabile a perseguire profitto, a realizzare per conto di qualcuno (un tempo si chiamava padrone) denaro, ricchezza, finisci nella spazzatura. Alla stessa maniera di una lametta per la barba dopo la rasatura.

Non so interpretare diversamente, se non alla luce della teoria del consumo e dello sfruttamento che ti sfinisce portandoti alla morte, quanto è accaduto a un
lavoratore cinese di 29 anni, trovato cadavere in una piazzetta di Prato.

Si chiamava
Shi Son Bin. Lavorava in uno di quei laboratori-lager clandestini che proliferano in zona. Probabilmente colto da malore è deceduto nel sonno, dopo aver sgobbato tutta la notte. Il suo corpo è poi stato abbandonato in un piazzale poco distante, nel tentativo di evitare controlli.

È questa, in base le indagini, la ricostruzione dell'accaduto effettuata dalla procura di Prato dopo il ritrovamento del corpo, avvenuto ieri. Secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, a trasportare il cadavere nel piazzale sono stati alcuni connazionali di Son Bin, che lo avevano trovato esanime nella branda ricavata nel sottoscala di
dormitoriun magazzino, dove la polizia ha scoperto un laboratorio illegale di confezioni.

Il sostituto procuratore di Prato Sergio Affronte ha disposto l'autopsia, che sarà svolta domani pomeriggio, anche se le cause della morte sembrano essere naturali,
magari dovute a sfinimento fisico, a ritmi e turni di lavoro impossibili.

Per la seconda volta in tre giorni il cadavere di un giovane operaio cinese viene trasportato in strada per evitare i controlli sul luogo di lavoro, dove effettivamente era avvenuto il decesso.
La procura di Prato ha aperto infatti un fascicolo per omissione di soccorso nella vicenda della morte di
Li Hua Feng, la 29enne trovata morta venerdì scorso su un marciapiede di Mezzana, davanti all'azienda in cui lavorava.
A poco più di una settimana fa, invece, risale
il caso della giovane, coetanea dei due, uccisa dalle esalazioni di una caldaia all'interno di una ditta di confezioni a Seano.

L’illegalità diffusa a Prato, e in buona parte del distretto tessile cinese, non è solo un problema di concorrenza sleale, tasse violate e doveri non onorati. Di questa illegalità diffusa le prime vittime sono gli stessi cinesi, costretti a lavorare in turni massacranti o a vivere in fabbriche dormitorio con bambini e famiglie, privi delle coperture riconosciute a tutti i lavoratori e senza la garanzia, come in questo caso, ad un pronto soccorso sanitario.

Un saluto

Vladimir

Aggiornamenti:
Forse usavano sostanze dopanti per resistere ai turni di lavoro. E' una delle ipotesi al vaglio degli investigatori di Prato, che stanno indagando sul decesso di due operai cinesi, avvenuti venerdì e domenica in due diverse fabbriche del distretto tessile gestite da orientali. fonte Repubblica.it

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