quarto stato

sabato 7 maggio 2011

Quirra, si fanno test dell'altro mondo: nel poligono anche russi e libici

Prima i russi poi i cinesi. Un boato e il cielo sopra Quirra diventa bianco, poi rosso e nero. Dall'alba all'inferno in pochi istanti per provare la resistenza delle condotte per gli oleodotti. Indaga la Procura di Lanusei.

Il boato è fortissimo, il cielo diventa bianco, poi rosso, quindi nero. Dall'alba all'inferno, in pochi secondi. Due settimane fa i cinesi hanno testato i tubi da acquistare per i loro oleodotti. Attraverso potentissime esplosioni è stata provata la resistenza di una rete che dovrà portare gas a città e industrie. In passato lo avevano fatto anche i russi. A Quirra dal 1956 a oggi si svolgono test dell'altro mondo considerando la presenza nel poligono anche delle forze armate Usa, di moltissimi eserciti Nato, addirittura dei libici: i generali di Gheddafi provarono le armi del catalogo della Oto Melara. quelle che oggi sparano contro i ribelli.

L'INCHIESTA
Attività finite di recente sotto indagine da parte della Procura di Lanusei. Il sospetto è che abbiano creato danni all'ambiente capaci poi di provocare negli anni le malformazioni negli agnelli nati negli ovili attorno alla base militare e tumori tra gli allevatori, i soldati e gli altri lavoratori del poligono.

I DEPLIANT
L'Aeronautica ha realizzato una serie di pubblicazioni sul poligono di Quirra. Soprattutto depliant inviati in mezzo mondo: presso vertici militari dei paesi che dovevano organizzare esercitazioni militari, aziende che avevano la necessità di testare missili o altre armi. Materiale pubblicitario, con tanto di coordinate geografiche di Perdasdefogu e Quirra, comprese la caratteristiche dei radar e l'elenco dei clienti del poligono sardo (Panavia, Selenia, Csm, Tornado, Elettronica, Aeritalia, Snia, Augusta, Aermacchi, Aerlikon-Contraves, Messerschmitt). Questo perché Perdasdefogu è sempre stato il gioiello della Difesa italiana del settore, anche se un ex ufficiale come Giancarlo Carrusci ha di recente dichiarato che in realtà lo Stato da tempo non sta più investendo in tecnologie a Quirra: «Adesso è un poligono francese il migliore d'Europa».

LE ESPLOSIONI
Resta il fatto che non tutto quel che è stato appurato dal Procuratore di Lanusei Domenico Fiordalisi compare nei depliant dei poligoni. Soprattutto l'attività di brillamento delle armi e delle munizioni ormai giudicate inservibili dallo Stato. In base ai documenti sequestrati dalla Squadra mobile di Nuoro e alle verifiche della Forestale, a partire dagli anni '80 lo Stato maggiore delle Forze armate italiane ha scelto Perdasdefogu e Quirra come discarica speciale delle munizioni da smaltire. Convogli di treni con tredici vagoni, a più riprese, trasportarono in Sardegna bombe, mortai, esplosivo vario e quant'altro, anche avanzi dalla Seconda guerra mondiale.

L'INTERCETTAZIONE
Un'intercettazione ambientale raccolta su ordine della Procura rivela particolari inquietanti. Un ex soldato ha raccontato agli amici come «interi camion pieni di armi e munizioni venivano sotterrati e fatti esplodere». Anche aerei militari da trasporto hanno avuto il compito di portare in Sardegna materiale da far brillare. Tutto questo avveniva in una zona del poligono che - a detta dei consulenti della Procura - sarebbe diventata «una fabbrica di nano particelle metalliche cancerogene».

IL BREVETTO
Le indagini degli inquirenti riguardano anche le attività della Csm (Centro sviluppo materiali, gruppo Finmeccanica), la società titolare di un brevetto internazionale per la realizzazione di tubi per oleodotti considerato i più sicuri e moderni al mondo. Il motivo? La maglia a nido d'ape in caso di incidente impedisce che le spaccature derivanti da un'esplosione danneggino chilometri e chilometri di oleodotto. Basta una semplice pezza per riparare la tubatura della Csm.

I RUSSI
Tra i primi a sperimentare questi oleodotti furono i russi, come testimoniano immagini fotografiche dell'epoca. I test risalgono agli anni 80. Agli inquirenti non sono sfuggiti certi particolari evidenti dalle fotografie. Innanzitutto la potenza dell'esplosione. E poi il fatto che immediatamente dopo il botto, mentre una parte delle tubature era ancora in fiamme, sul posto si siano precipitati tecnici per verificare il risultato delle esplosioni. Senza alcuna protezione. Particolare non da poco: i test degli oleodotti, stando ad alcune testimonianze in possesso degli inquirenti e ai rilievi della Forestale di Nuoro, si svolgerebbero in un'area del poligono a stretto contatto con la zona utilizzata per brillare le munizioni a smaltire.

IL VENTO
Il procuratore di Lanusei Domenico Fiordalisi starebbe per affidare a particolari esperti lo studio dei venti della zona del Salto di Quirra. Il sospetto è che le esplosioni dei test abbiano diffuso nell'ambiente le sostanze cancerogene generate dallo smaltimento delle munizioni, capaci, secondo Maria Antonietta Gatti, docente dell'Università di Modena e consulente della Procura., di avvelenare acque e terreni, di rendere la presenza del poligono incompatibile con l'attività agro-pastorale delle aziende di Quirra dove si sono registrate malformazioni e tumori in numeri considerati anomali. A seconda dei venti predominanti, le contaminazioni potrebbero aver raggiunto la zona di Escalaplano oppure Quirra. Ma per adesso sono solo ipotesi investigative.

L'INCHIESTA
Un fatto è certo: per la prima volta in Italia (e non solo) un poligono militare viene messo sotto accusa. Allarmante, per gli inquirenti, l'incidenza dei tumori segnalata dal 2001 nella zona da amministratori, comitato territoriali, anti-militaristi, anche da una relazione dei veterinari delle Asl di Lanusei e Sanluri.

IL DISASTRO
Quattro mesi di indagini hanno evidenziato nei fondali davanti alla spiaggia di Quirra la presenza di pezzi di radar e ordigni (uno anche inesploso), all'interno del poligono rifiuti di ogni tipo, residui di test bellici ed esercitazioni, nascosti negli anni sottoterra. Conservati in un deposito, secondo gli inquirenti senza il rispetto della norme di sicurezza, pezzi di radar radioattivi: dovevano essere smaltiti da dieci anni, erano conservati in un magazzino dove due soldati si sono ammalati di linfoma. E nelle ossa di un agnello nato con due teste nell'ovile di un pastore che portava il suo gregge all'interno del poligono è stato trovato uranio impoverito. Sostanza sospettata di aver causato la malattia e la morte di migliaia di soldati. Utilizzata anche a Quirra, come ha testimoniato un ex ufficiale. Un missile con testata radioattiva sarebbe addirittura disperso in mare. Tre attualmente le persone indagate: un ex colonnello, che avrebbe avuto un ruolo nell'organizzazione del brillamento delle armi dismesse, e due chimici della Sgs (gruppo Fiat): dovevano controllare lo stato di inquinamento del poligono e avrebbero falsificato i risultati.
fonte: Paolo Carta L'Unione Sarda


Nota
Potrebbero essere stati uccisi da una bomba al fosforo dimenticata da qualcuno nel poligono di Quirra due dei pastori i cui corpi sono stati esaminati ieri dal medico legale Marco Grandi, con il collega dell'Asl di Lanusei, Roberto Marcialis nell'ambito dell'inchiesta sul Poligono del Salto di Quirra. I due, Vittorio Lai e Ugo Orrù, entrambi di Perdas, sono morti nel 1980. All'epoca Ugo aveva 43 anni, Vittorio 40. La morte l'hanno trovata nel loro ovile, in località La Murta: i due hanno cominciato a bruciare sterpaglie quando sono stati investiti dal una forte fiammata. All'epoca dei fatti gli investigatori ipotizzarono che stessero confezionando un ordigno. La cosa strana è che non avevano lesioni esterne ma accusavano dolori interni fortissimi. Morirono entrambi: Vitrorio due giorni dopo l'incidente, mentre il cuore di Ugo smise di battere 8 giorni dopo. E l'imputato ora pare essere un ordigno al fosforo inesploso sparato nel Poligono di Quirra.
fonte
(admaioramedia.it)

link
Mariella Cao: La rapina di vita e salute.

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