Prima
i russi poi i cinesi. Un boato e il cielo sopra Quirra diventa bianco,
poi rosso e nero. Dall'alba all'inferno in pochi istanti per provare la
resistenza delle condotte per gli oleodotti. Indaga la Procura di
Lanusei.
Il
boato è fortissimo, il cielo diventa bianco, poi rosso, quindi nero.
Dall'alba all'inferno, in pochi secondi. Due settimane fa i cinesi hanno
testato i tubi da acquistare per i loro oleodotti. Attraverso
potentissime esplosioni è stata provata la resistenza di una rete che
dovrà portare gas a città e industrie. In passato lo avevano fatto anche
i russi. A Quirra dal 1956 a oggi si svolgono test dell'altro mondo
considerando la presenza nel poligono anche delle forze armate Usa, di
moltissimi eserciti Nato, addirittura dei libici: i generali di Gheddafi
provarono le armi del catalogo della Oto Melara. quelle che oggi
sparano contro i ribelli.
L'INCHIESTA
Attività finite di recente sotto
indagine da parte della Procura di Lanusei. Il sospetto è che abbiano
creato danni all'ambiente capaci poi di provocare negli anni le
malformazioni negli agnelli nati negli ovili attorno alla base militare e
tumori tra gli allevatori, i soldati e gli altri lavoratori del
poligono.
I DEPLIANT
L'Aeronautica ha realizzato una
serie di pubblicazioni sul poligono di Quirra. Soprattutto depliant
inviati in mezzo mondo: presso vertici militari dei paesi che dovevano
organizzare esercitazioni militari, aziende che avevano la necessità di
testare missili o altre armi. Materiale pubblicitario, con tanto di
coordinate geografiche di Perdasdefogu e Quirra, comprese la
caratteristiche dei radar e l'elenco dei clienti del poligono sardo
(Panavia, Selenia, Csm, Tornado, Elettronica, Aeritalia, Snia, Augusta,
Aermacchi, Aerlikon-Contraves, Messerschmitt). Questo perché
Perdasdefogu è sempre stato il gioiello della Difesa italiana del
settore, anche se un ex ufficiale come Giancarlo Carrusci ha di recente
dichiarato che in realtà lo Stato da tempo non sta più investendo in
tecnologie a Quirra: «Adesso è un poligono francese il migliore
d'Europa».
LE ESPLOSIONI
Resta il fatto che non tutto quel
che è stato appurato dal Procuratore di Lanusei Domenico Fiordalisi
compare nei depliant dei poligoni. Soprattutto l'attività di brillamento
delle armi e delle munizioni ormai giudicate inservibili dallo Stato.
In base ai documenti sequestrati dalla Squadra mobile di Nuoro e alle
verifiche della Forestale, a partire dagli anni '80 lo Stato maggiore
delle Forze armate italiane ha scelto Perdasdefogu e Quirra come discarica speciale delle munizioni da smaltire. Convogli
di treni con tredici vagoni, a più riprese, trasportarono in Sardegna
bombe, mortai, esplosivo vario e quant'altro, anche avanzi dalla Seconda
guerra mondiale.
L'INTERCETTAZIONE
Un'intercettazione ambientale
raccolta su ordine della Procura rivela particolari inquietanti. Un ex
soldato ha raccontato agli amici come «interi camion pieni di armi e
munizioni venivano sotterrati e fatti esplodere». Anche aerei militari
da trasporto hanno avuto il compito di portare in Sardegna materiale da
far brillare. Tutto questo avveniva in una zona del poligono che - a
detta dei consulenti della Procura - sarebbe diventata «una fabbrica di
nano particelle metalliche cancerogene».
IL BREVETTO
Le indagini degli inquirenti
riguardano anche le attività della Csm (Centro sviluppo materiali,
gruppo Finmeccanica), la società titolare di un brevetto internazionale
per la realizzazione di tubi per oleodotti considerato i più sicuri e
moderni al mondo. Il motivo? La maglia a nido d'ape in caso di incidente
impedisce che le spaccature derivanti da un'esplosione danneggino
chilometri e chilometri di oleodotto. Basta una semplice pezza per
riparare la tubatura della Csm.
I RUSSI
Tra i primi a sperimentare questi
oleodotti furono i russi, come testimoniano immagini fotografiche
dell'epoca. I test risalgono agli anni 80. Agli inquirenti non sono
sfuggiti certi particolari evidenti dalle fotografie. Innanzitutto la
potenza dell'esplosione. E poi il fatto che immediatamente dopo il
botto, mentre una parte delle tubature era ancora in fiamme, sul posto
si siano precipitati tecnici per verificare il risultato delle
esplosioni. Senza alcuna protezione. Particolare non da poco: i test
degli oleodotti, stando ad alcune testimonianze in possesso degli
inquirenti e ai rilievi della Forestale di Nuoro, si svolgerebbero in
un'area del poligono a stretto contatto con la zona utilizzata per
brillare le munizioni a smaltire.
IL VENTO
Il procuratore di Lanusei Domenico
Fiordalisi starebbe per affidare a particolari esperti lo studio dei
venti della zona del Salto di Quirra. Il sospetto è che le esplosioni
dei test abbiano diffuso nell'ambiente le sostanze cancerogene generate
dallo smaltimento delle munizioni, capaci, secondo Maria Antonietta
Gatti, docente dell'Università di Modena e consulente della Procura., di
avvelenare acque e terreni, di rendere la presenza del poligono
incompatibile con l'attività agro-pastorale delle aziende di Quirra dove
si sono registrate malformazioni e tumori in numeri considerati
anomali. A seconda dei venti predominanti, le contaminazioni potrebbero
aver raggiunto la zona di Escalaplano oppure Quirra. Ma per adesso sono
solo ipotesi investigative.
L'INCHIESTA
Un fatto è certo: per la prima
volta in Italia (e non solo) un poligono militare viene messo sotto
accusa. Allarmante, per gli inquirenti, l'incidenza dei tumori segnalata
dal 2001 nella zona da amministratori, comitato territoriali,
anti-militaristi, anche da una relazione dei veterinari delle Asl di
Lanusei e Sanluri.
IL DISASTRO
Quattro mesi di indagini hanno
evidenziato nei fondali davanti alla spiaggia di Quirra la presenza di
pezzi di radar e ordigni (uno anche inesploso), all'interno del poligono
rifiuti di ogni tipo, residui di test bellici ed esercitazioni,
nascosti negli anni sottoterra. Conservati in un deposito, secondo gli
inquirenti senza il rispetto della norme di sicurezza, pezzi di radar
radioattivi: dovevano essere smaltiti da dieci anni, erano conservati in
un magazzino dove due soldati si sono ammalati di linfoma. E nelle ossa
di un agnello nato con due teste nell'ovile di un pastore che portava
il suo gregge all'interno del poligono è stato trovato uranio
impoverito. Sostanza sospettata di aver causato la malattia e la morte
di migliaia di soldati. Utilizzata anche a Quirra, come ha testimoniato
un ex ufficiale. Un missile con testata radioattiva sarebbe addirittura
disperso in mare. Tre attualmente le persone indagate: un ex colonnello,
che avrebbe avuto un ruolo nell'organizzazione del brillamento delle
armi dismesse, e due chimici della Sgs (gruppo Fiat): dovevano
controllare lo stato di inquinamento del poligono e avrebbero
falsificato i risultati.
fonte: Paolo Carta L'Unione Sarda
Nota
Potrebbero
essere stati uccisi da una bomba al fosforo dimenticata da qualcuno nel
poligono di Quirra due dei pastori i cui corpi sono stati esaminati
ieri dal medico legale Marco Grandi, con il collega dell'Asl di Lanusei,
Roberto Marcialis nell'ambito dell'inchiesta sul Poligono del Salto di
Quirra. I due, Vittorio Lai e Ugo Orrù, entrambi di Perdas, sono morti
nel 1980. All'epoca Ugo aveva 43 anni, Vittorio 40. La morte l'hanno
trovata nel loro ovile, in località La Murta: i due hanno cominciato a
bruciare sterpaglie quando sono stati investiti dal una forte fiammata.
All'epoca dei fatti gli investigatori ipotizzarono che stessero
confezionando un ordigno. La cosa strana è che non avevano lesioni
esterne ma accusavano dolori interni fortissimi. Morirono entrambi:
Vitrorio due giorni dopo l'incidente, mentre il cuore di Ugo smise di
battere 8 giorni dopo. E l'imputato ora pare essere un ordigno al
fosforo inesploso sparato nel Poligono di Quirra.
fonte (admaioramedia.it)
link
Mariella Cao: La rapina di vita e salute.
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