quarto stato

domenica 22 maggio 2011

Inchiesta Quirra: parla supertestimone..

Emergono nuove incredibili testimonianze nella vicenda del procedimento giudiziario aperto dalla procura di Lanusei sull’eventuale rapporto tra attività del poligono militare del Salto di Quirra e l’insorgenza di malformazioni e tumori in quella zona della Sardegna. Adesso ci sarebbe un nuovo supertestimone, un ex soldato che afferma di aver lavorato per circa dieci anni nel Poligono sardo e che fa rivelazioni davvero sconvolgenti su quello che succeva all’interno del territorio della base militare.

Di seguito le dichiarazioni di questo nuovo testimone.

... ecco come si inquinava l'acqua

Il nuovo supertestimone, un ex soldato appunto, nei giorni scorsi avrebbe contattato il giornale “L’Unione Sarda” fornendo fotografie inedite e per avere un contatto con gli inquirenti che si stanno occupando del caso. Queste le incredibili dichiarazioni rilasciate al quotidiano isolano:
“Per anni e anni abbiamo fatto esplodere 800 chili di esplosivo al giorno nel poligono di Perdasdefogu, dopo aver scavato buche larghe trenta metri e profonde anche venti. Brillamenti capaci di sprigionare nubi nere e bianche, che raggiungevano Quirra o Escalaplano a seconda del vento. In quelle buche poi si raccoglieva l’acqua delle piogge, si abbeverava il bestiame, e poi i veleni filtravano nelle falde sotterranee”.
“Voglio raccontare le cose come stanno, la magistratura deve sapere la verità e accertare quel che è avvenuto non solo a Perdasdefogu ma anche a Capo Frasca. Nel poligono della costa di Arbus abbiamo contato diciotto morti di tumore, il nostro sospetto è che anche in quel caso le acque inquinate possano avere creato gravissimi problemi di salute a persone e animali”.
“Per dieci anni – ha detto l’ex militare – ho lavorato proprio al brillamento delle armi da smaltire in arrivo da tutta Italia. Speciali convogli ferroviari trasportavano gli armamenti sino al porto di Genova, poi il viaggio in una nave speciale sino a Porto Torres, quindi sino al deposito di Serrenti. Le campagne di brillamenti a Perdasdefogu duravano venti giorni al mese per intere stagioni. C’era tutta una procedura per realizzare le buche, per far esplodere le munizioni. No, non sono un artificiere, non sono in grado di dire quali tipi di munizioni o bombe venivano distrutte a Perdasdefogu. Di sicuro dovevamo rifugiarci dentro i camion dopo il botto per evitare di respirare le polveri nere o bianche o grigie che oscuravano il sole. Un mio collega si è ammalato ed è morto di tumore. In quei terreni poi pioveva, si creavano pozze dove si abbeveravano gli animali. Tutto ciò avveniva a Perdasdefogu e anche a Capo Frasca, dove ho lavorato ugualmente per tanti anni. E dove ho assistito alla malattie di tanti amici, tanti colleghi, tanti lavoratori”. Secondo il procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi, queste attività potrebbero aver avvelenato suoli e falde acquifere del Salto di Quirra. L'ipotesi è che un piccolo impianto di potabilizzazione abbia mandato l'acqua contaminata sino ai rubinetti delle case di Quirra, soprattutto di una parte della frazione, quella dove si è registrato il più alto numero di tumori.
fonte Virgilio Notizie, L'Unione Sarda, Sardegna Blog

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