quarto stato

sabato 29 marzo 2014

A tutti gli amici

Permettetemi di dedicare a tutti Voi questo breve poemetto scritto in onore di una terra che amo con tutto me stesso, la Grecia...


Ab origine. Ad libitum
(alla Grecia)


I


Da lungo tempo ormai taccio
come se m’ignorassero i fatti
o anche il contrario:
strano fenomeno devo essere stato
per chi sente di notte
raschiare una penna
come un gatto sulla porta
chiusa dello Sconosciuto…
E’ che da un’intera vita
fuori le mura do la caccia a voci
o meglio ad una voce
che si libera come una bella donna
e si mette a correre
con le natiche snelle e i lunghi
capelli sciolti
ed io là sempre ad inseguirla…
Così a volte
mi accade di smarrirmi
per il mio bene
ho perso il filo
che forse Arianna mai ha srotolato
sino alla fine..
Ma... ditemi
fino a quando non si diventerà uomini
in buona salute
chi può continuare?
(ora che tutto ormai è compiuto
e il Potere si veste da Parca e ti sibila
sul tuo fianco consunto da cinque-sei zeri
gli Anni Futuri
grondanti petrolio grezzo
a cui hanno già dato fuoco).
Siamo tutti cresciuti
tra rivoluzioni e guerre
da qui il segno sulla fronte
del proiettile mai esploso..
che ad ogni momento continua
a provocare la morte
capite quello che intendo?

II


Forse sbaglio forse è che
non so né scrivere né leggere
tutto solo
mi aggrappo
ai tempi di Eraclito
come un antico pescatore con il tridente
che ha conosciuto molte burrasche finchè
un giorno arriva il momento
e intorno a lui le acque diventano
splendenti
gelide
rosate
e lui socchiude le palpebre
perché il riverbero
di una bellezza assoluta
mostra con chi abbia avuto
un fortuito e segreto incontro..
Avanti dunque
dimenticatemi se osate!:
le lucertole dei monumenti ignorano
scultori e architetti
e voi mi incontrerete anche dopo la morte...
Οtototoi
come diceva il vecchio Eschilo:
il fatto è
che sono entrato in un campo minato
per questo non ho paura di rivelare
di non svelare l’enigma
che augurarono una volta
persino i miei nemici
ignorando quanto sia inutile
annunciare il tenebroso
Apollo proprio a Delo
avendo trasformato tutto
te stesso in immagine di cera
di quelle che vedi
al Museo della signora Tussaud.
Non so
che specie di civiltà avremmo mai
se la mente non andasse di continuo
alla sfortunata Cimmeria
che nel nostro tempo ha finito
col diventare invidiabile
quando qui un Omero con la dignità
dovuta a chi si esprime in lingua greca
acconsentiva solo al compianto..
ed ora noi
ci mettiamo a parlare
di luce
e di mari azzurri?
di girasoli? di Elene?
anche se
dagli affreschi di Santorino e dagli splendenti
mosaici di Ravenna continua ad arrivare
direttamente un messaggio divino
come quel qualcosa in più e inconcepibile
che per un attimo il vecchio pescatore
coglie in un bagliore
poi lo dimentica va al mercato
e dal suo paniere
un vapore dorato continua a salire
la poesia sale
ancora una volta
ricompare nella tua esistenza:
dauno* indomito
forza ispirati...
Ad libitum


III


Ma tu baciami mare prima che ti perda:
all’improvviso
mi è passata davanti l’immagine
di un paese
roccioso con alti enormi Monasteri
e piccoli monaci novizi come me
abituati a recare rami di melograno
trasparenti sottovesti di ragazze
e altre parole sacre
come “tramontana
o “estate” o persino “frontone
all’alba
è su questo che rifletto
quanto poco siamo
reali
e il nostro proiettile
una macchina dove nessuna
vite nessuna leva nessun
pistone è più al suo posto
eppure
funziona e come miriadi
di bisonti cornuti noi
andiamo urtando dove capita
tanto che prego appaia la mano benedetta
come nelle icone dorate
e misteriosamente ancora si muovono i cespugli
così da sentire l’alito che mi porta
leggero sull’acqua..
Ab origine
Ad libitum


IV


Succede qualcosa
che mai siamo riusciti ad individuare
le dolci notti quando
ti annienta il profumo del gelsomino
e da qualche parte
un qualche
brivido inspiegabile
fa crescere l’erba
quasi salisse su una scala
mobile e continuasse a crescerti
addosso: ecco la Dea Planta
con l’enorme tamburo
e le schiave scalze con i capelli fiaccola
bum.. il piede sinistro
bum.. il piede destro
l’unione il contrasto
l’unione il contrasto
l’antica euritmia là
come se tu ti guardassi dentro
uno specchio pensato inaccessibile
quaranta metri in alto
sul mare dove svetta la casa
che appare nei sogni
con i suoi tre archi le sue cupole
sotto sette cieli
e le grandi palme con i suoi rami più alti
grandi come ali d’uccello di angeli
che scuotono nel mio sonno
il vento del nord
Ab origine
Ad libitum...
firmo e mi perdo


(* nativo della Daunia, antica denominazione della provincia di
Foggia, territorio caratterizzante il nord della Puglia).


Tratto da 
"Non siamo ombre, monologhi e poesie" 2013