quarto stato

martedì 3 maggio 2011

Il grande Inquisitore


Oggi 3 maggio si celebra la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa.
Leggo i report di
Freedom House, dell’Associazione Mondiale dei Giornali e degli Editori, di Reporters sans Frontieres e, anche se i dati sono leggermente diversi tra loro, l’unico dato certo resta la non libertà del giornalismo italiano.

Per i report mondiali l’Italia è una nazione “parzialmente libera”. Parzialmente libera. Per dirla tutta, siamo l’unico paese dell’Unione Europea il cui stato di salute dell’informazione è così malandato, con l’eccezione di Romania e Bulgaria. Nel vecchio continente, insomma, l’informazione in Italia è di poco più libera (sic!) di quella dei paesi dell’area baltica e dell’ex blocco sovietico. Che, magari, devono ancora affrancarsi dalla loro storia più recente.
Libertà di stampa? Alcuni giornalisti italiani vivono sotto scorta della polizia perché hanno ricevuto minacce. Non solo dalle mafie, ma spesso, e ancor più tristemente, dai gruppi di potere che vanno ad importunare. E si, perché in Italia vige una linea di confine netta tra il lecito e l’illecito del mestiere di giornalista. Finché si scrive degli altri, passi pure. Ma se un reporter prova a scavare in profondità per portare alla luce i buchi neri della nostra democrazia e i problemi della nostra società, allora diventa un criminale.
E si inventano leggi per mettere il bavaglio a editori e redattori, e si cercano, trovandoli,  espedienti per boicottare l’informazione libera, si fa di tutto per impedire che inchieste, reportage o produzioni “non allineate” trovino spazio sui media.
Già, i media italiani. Controllati dal grande burattinaio, dall’inquisitore medievale (e non cito Dostoevskij) che pure ci siamo scelti come capo del governo, che riesce a plasmare coscienze e opinioni grazie al suo strapotere sui mezzi d’informazione e comunicazione tradizionali.
Se la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa si propone di difendere la libertà di espressione e del diritto all’informazione, l’obiettivo del giornalismo italiano dovrebbe essere quello di riuscire ad informare senza filtri censori, nel pieno rispetto delle idee e dei punti di vista, nella totale libertà di espressione delle proprie idee. Un obiettivo ambizioso, considerata la situazione,  ma non impossibile.
Il 3 maggio deve essere l’occasione per interrogarsi, ancora prima che sullo stato della stampa nei paesi nord-africani e arabi, dai quali avremmo pure molto d’imparare, sulla situazione assurda della stampa italiana, dove anche l’accesso alla professione è un modo per inficiare, ulteriormente, il bisogno di informare, indagare e dare voce al principio della libertà individuale. Costituzionale e universale.
In memoria di chi, con o senza tesserino, al giornalismo ha dedicato la vita. In alcuni, assurdi, casi, fino alla morte.
fonte http://ifratellikaramazov.wordpress.com/2011/05/03/giornata-mondiale-della-liberta-di-stampa-e-l%E2%80%99italia-wpfd/ pubblicato su Liberazione

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