mercoledì 23 maggio 2012
lunedì 21 maggio 2012
Terremoto
Vite spezzate sotto le macerie di quelle fabbriche che sono l'anima e il cuore dell'economia emiliano-romagnola. Come la Ceramica Sant'Agostino in cui hanno perso la vita Leonardo
Ansaloni, 45 anni, e Nicola Cavicchi, di dieci anni più giovane. Vittima della sorte, quest'ultima: doveva andare al mare, ma poi le nuvole e la pioggia lo hanno convinto a sostituire un
collega malato. E poi ancora Gerardo Cesaro, 57 anni, morto alla Tecopress di Dosso, frazione di Sant'Agostino, una fonderia che produce a ciclo continuo, e Tarik Nauch, operaio
marocchino di 29 anni morto alla Ursa, azienda di polistirolo espanso a Bondeno, dove progettava di portare la moglie sposata da poco.
Poteva essere una strage di fedeli se la terra avesse tremato così solo qualche ora dopo. Ricca di chiese e di campanili in parte crollati, questa landa padana di confine fra Emilia, Lombardia e Veneto, così piatta da non scorgere all'orizzonte neppure una collina, ha scritto invece la pagina più nera degli operai della notte. Ben prima che sorgesse il sole Nicola Cavicchi, Leonardo Ansaloni, Gerardo Cesaro e Naouch Tarik erano tutti al lavoro, chi a scaricare lastre di alluminio, chi alle prese con i forni delle ceramiche, chi a controllare il polistirolo. Tutti turnisti dalle 20 alle 6 del mattino, sotto i rispettivi capannoni, così movimentati e assordanti da non accorgersi della prima scossa, quella dell'una di notte. «Non l'abbiamo sentita, c'era il rumore delle presse», ha detto Ghulam Murtaza, il miracolato della Tecopress. Tutti assunti, regolari, Ansaloni e Casaro con moglie e figli da mantenere, i più giovani Cavicchi e Tarik con il sogno della famiglia. «Nicola si era fatto un mutuo e una casa e voleva sposarsi, pensava a questo» ha detto suo fratello Cristiano. «Naouch stava aspettando il ricongiungimento con sua moglie Widad, risparmiava per questo», sospirava il papà del giovane marocchino. Per questo lavoravano anche di notte, anche il sabato notte. Eppure la domanda che molti si facevano domenica mattina davanti alle macerie era quella sospetta: come mai sotto i capannoni alle quattro del mattino? E come mai i tetti di quei capannoni, eretti nel 2010, crollano così, uccidendo coloro che ci lavoravano sotto? C'è chi dice che sono crollati perchè non avevano sostegni e Vasco Errani, presidente della Giunta Regionale, vuole capire bene cosa è successo. Anche il capo della protezione civile ha puntato il dito contro metodologie costruttive che pur nel rispetto delle norme antisismiche hanno prodotto il collasso delle strutture. Staremo a vedere, seguendo tutte le indagini che sicuramente i magistrati apriranno per accertare responsabilità all'indomani del sisma.
LE VITTIME
Le macerie dell'altoforno dove è morto Leonardo Ansaloni, 51 anni |
di Andrea Pasqualetto Corriere.it
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