Aggiornamenti.
La novità saliente è che l'inchiesta sul Poligono Interforze di Quirra varca i confini della Regione Sardegna e approda in Umbria, a Baiano di Spoleto. Ecco quanto riportano i giornali locali sull'argomento.
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"Allo stabilimento militare di Baiano è stato ‘lavorato’ uranio impoverito?".
È la domanda che serpeggia tra i dipendenti della fabbrica d’armi e la popolazione dell’hinterland spoletino, da quando si è appreso che anche lo stabilimento umbro è nel mirino del procuratore capo di Lanusei, Domenico Fiordalisi.
Il magistrato sta
indagando sui colpi di artiglieria fabbricati da una società israeliana
nel 1993 di cui una parte fu sicuramente arricchita con uranio
impoverito e che potrebbero essere stati usati nel poligono di
Salto di Quirra (Sardegna) nelle vicinanze del quale sarebbero aumentati
i casi di leucemia fra gli abitanti. Le preoccupazioni crescenti tra la
popolazione di Baiano e paesi confinanti, evidenziate anche dalle
organizzazioni sindadali, sono condivise dal sindaco di Spoleto, Daniele
Benedetti.La novità saliente è che l'inchiesta sul Poligono Interforze di Quirra varca i confini della Regione Sardegna e approda in Umbria, a Baiano di Spoleto. Ecco quanto riportano i giornali locali sull'argomento.
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"Allo stabilimento militare di Baiano è stato ‘lavorato’ uranio impoverito?".
È la domanda che serpeggia tra i dipendenti della fabbrica d’armi e la popolazione dell’hinterland spoletino, da quando si è appreso che anche lo stabilimento umbro è nel mirino del procuratore capo di Lanusei, Domenico Fiordalisi.
Intanto da San Gregorio di Ocenelli, paesino a ridosso dello stabilimento di Baiano, gli abitanti dipingono un quadro allarmante: "Qui vivono dodici famiglie, in tutto siamo una trentina di abitanti. Dieci sono colpiti da tumori gravi. È normale?". "Sono preoccupato — dichiara il sindaco Benedetti — dei possibili scenari che coinvolgerebbero lo stabilimento di munizionamento militare di Baiano di Spoleto, al centro di un’inchiesta sulle armi all’uranio impoverito condotta da parte della magistratura che sta acquisendo una serie di documenti su armi ed esercitazioni in alcuni basi militari sarde, del Lazio e anche allo stabilimento di Baiano. È chiaro che se le cose corrispondessero al vero — ha aggiunto Benedetti — ci si troverebbe di fronte ad uno scenario molto preoccupante. In situazioni così delicate non sono ammissibili né ambiguità, né indeterminatezza. Abbiamo bisogno di sapere con tempestività come stanno esattamente le cose. Vogliamo rassicurazioni precise e puntuali.
Per questo chiediamo che il Ministero della Difesa faccia totale chiarezza sulla questione. In questo momento — ha proseguito il sindaco di Spoleto — siamo molto vicini ai lavoratori e a tutti i cittadini di Baiano e condividiamo i timori e la pressante richiesta di risposta anche da parte delle organizzazioni sindacali. Sarà fatto tutto il possibile da parte di questa amministrazione per ottenere dal Ministero le informazioni necessarie per avere un quadro certo sulla questione e scongiurare ogni possibile situazione di incertezza che mette a rischio la salute dei cittadini".
(fonte La Nazione-Umbria)
Inoltre, c'è da segnalare quanto riportato sul sito del sindacato USB Pubblico impiego-Ministero della Difesa
[.. Il Ministero della Difesa ha sempre smentito di aver utilizzato armi all’uranio impoverito, ma il fatto che l’innalzamento di casi di leucemia fra gli abitanti che risiedono nei pressi del poligono di Salto di Quirra e una dettagliata relazione della competente Asl ha dato un nuovo impulso all’inchiesta che era stata avviata anni orsono. La magistratura vuole capire se l’Italia ha avuto a disposizione tali tipi di armamenti ed eventualmente come sono stati stoccati ed impiegati, mentre i lavoratori dell’ente umbro pretendono ora di sapere se il .personale tecnico civile ne è venuto a ‘contatto’, al punto da averli addirittura lavorati.
[.. Il Ministero della Difesa ha sempre smentito di aver utilizzato armi all’uranio impoverito, ma il fatto che l’innalzamento di casi di leucemia fra gli abitanti che risiedono nei pressi del poligono di Salto di Quirra e una dettagliata relazione della competente Asl ha dato un nuovo impulso all’inchiesta che era stata avviata anni orsono. La magistratura vuole capire se l’Italia ha avuto a disposizione tali tipi di armamenti ed eventualmente come sono stati stoccati ed impiegati, mentre i lavoratori dell’ente umbro pretendono ora di sapere se il .personale tecnico civile ne è venuto a ‘contatto’, al punto da averli addirittura lavorati.
Nel 2001 era stata presentata un
precisa interrogazione all’ex Ministro della Difesa Mattarella: “Il
personale tecnico militare e civile di un deposito di armamenti in
Italia ha richiesto nel mese di gennaio 2001 che siano effettuati dei
controlli e delle analisi per i rischi collegati all'uranio impoverito;
tale personale ha effettuato verifiche e lavorazioni su una serie di
munizioni all'uranio impoverito su di un lotto ritornato dalle
operazioni della Somalia".
L’interrogazione riguardava i
colpi di artiglieria fabbricati da una società israeliana che vanno
sotto la dicitura di proiettili 105/51mm APFS-DS-DM33. Alcuni lotti
furono sicuramente arricchiti con uranio impoverito così da consentire
ai colpi stessi di penetrare qualsiasi corazza: difficile però al
momento stabilire se furono anche questi acquistati dall’Italia.
Lo Stabilimento Militare di
Baiano di Spoleto lavorò quel tipo di colpi, molti anni più tardi da
quell’intervento militare in Somalia (1993) che finì al centro del
documento che i parlamentari posero in interrogazione.
Lo ricorda oggi il Segretario Regionale della USB Difesa Ettore Magrini. “Il nostro ente, mi pare di ricordare che fosse il 2005, fu chiamato ad operare alcune modifiche a quei colpi israeliani.
Lo ricorda oggi il Segretario Regionale della USB Difesa Ettore Magrini. “Il nostro ente, mi pare di ricordare che fosse il 2005, fu chiamato ad operare alcune modifiche a quei colpi israeliani.
Proprio in quei giorni uscì un
articolo-inchiesta de La Repubblica che parlava dell’uranio impoverito
applicato a simili colpi di artiglieria e mi precipitai a chiedere
delucidazioni sia alla direzione militare, sia al servizio prevenzione e
protezione”.
La risposta fu precisa, anche se
mai messa per iscritto: “ci dissero che dovevamo stare tranquilli perchè
quei colpi di artiglieria non erano stati arricchiti con materiali
radioattivo – continua Magrini – e che tutto era in regola per la
sicurezza dei lavoratori, sia per i meccanici, chiamati ad intervenire
sull’ogiva, sia per gli artificieri.
Non ci fu una risposta scritta, ma ricordo bene di aver messo a verbale la mia richiesta”.
Non ci fu una risposta scritta, ma ricordo bene di aver messo a verbale la mia richiesta”.
Domani comunque il sindacato
tornerà a farsi sentire chiedendo stavolta un impegno preciso anche se
“le lavorazioni sui DM33” conclude Magrini “sono finite circa 2 anni
fa”.
(fonte USB Pubblico Impiego)
(fonte USB Pubblico Impiego)
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In Sardegna intanto l’attenzione sull’inchiesta è altissima tanto che nelle ultime ore si registra la presa di posizione anche dell’assessore alla sanità Antonello Liori: 'Chiedero' personalmente al ministro La Russa che lo Stato si faccia carico delle spese di uno studio epidemiologico nella zona del Poligono di Quirra, curato pero' direttamente dalla Regione. E' un problema di salute pubblica che rischia di danneggiare pesantemente l'economia del territorio ed è necessario accertare la verità. Perciò dobbiamo affidarci ad uno studio serio, documentato, imparziale. Ecco perche' la Regione si deve candidare alla sua gestione, ovviamente in stretta collaborazione con istituti specializzati, in primis l'Istituto superiore di sanità, da affiancare alle Aziende sanitarie regionali''.
Infine
Scoperta un'altra discarica nel Poligono
Spunta nuovo materiale cancerogeno
In Sardegna intanto l’attenzione sull’inchiesta è altissima tanto che nelle ultime ore si registra la presa di posizione anche dell’assessore alla sanità Antonello Liori: 'Chiedero' personalmente al ministro La Russa che lo Stato si faccia carico delle spese di uno studio epidemiologico nella zona del Poligono di Quirra, curato pero' direttamente dalla Regione. E' un problema di salute pubblica che rischia di danneggiare pesantemente l'economia del territorio ed è necessario accertare la verità. Perciò dobbiamo affidarci ad uno studio serio, documentato, imparziale. Ecco perche' la Regione si deve candidare alla sua gestione, ovviamente in stretta collaborazione con istituti specializzati, in primis l'Istituto superiore di sanità, da affiancare alle Aziende sanitarie regionali''.
Infine
Scoperta un'altra discarica nel Poligono
Spunta nuovo materiale cancerogeno
Una
nuova discarica di materiali pericolosi è stata scoperta vicino al
Poligono sperimentale interforze di Perdasdefogu-Salto di Quirra
nell'ambito delle attività disposte dal procuratore della Repubblica di
Lanusei, Domenico Fiordalisi.
La
nuova discarica si troverebbe vicino al punto dove qualche settimana fa
le piogge avevano fatto affiorare parti di missili e razzi. Oggi,
invece, gli agenti hanno trovato, in un'area di ettaro, apparecchiature
elettriche, lamiere, fusti metallici, avvolgimenti di vario materiale,
amianto, pneumatici e gomme, cavi elettrici. Per recuperare il materiale
è stato utilizzato un escavatore. Il procuratore Fiordalisi, informato
del ritrovamento, ha esteso il provvedimento di sequestro anche a questa
parte della zona e, nei prossimi giorni, verrà effettuata una nuova
verifica alla ricerca di eventuale radioattività. Nel lavoro di ricerca i
forestali sono stati affiancati dal tossicologo Pierluigi Carboni, per
accertare se ci sia stato avvelenamento delle falde acquifere.
(fonte L'Unione Sarda)
(fonte L'Unione Sarda)
Un saluto
Vladimir
Vladimir
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