quarto stato

mercoledì 20 aprile 2011

Poligono di Quirra. Nuove rivelazioni

«Sono contaminati anche i muschi della zona militare»


Non solo uranio impoverito nelle ossa di un agnello a due teste nato nel 2003 in un ovile di Escalaplano.

Un laboratorio specializzato di Bologna ha rinvenuto anche contaminazioni «
di sostanze non compatibili con l'ambiente naturale del Salto di Quirra anche nei muschi e nei licheni prelevati nella zona».

Lo spiega il professor Massimo Zucchetti, docente di impianti nucleari del Politecnico di Torino, uno dei consulenti scelti dalla procura di Lanusei per fare chiarezza sulla cosiddetta sindrome di Quirra, cioè sull'alta incidenza di tumori al sistema emolinfatico e di malformazioni riscontrare attorno alla zona militare.

«Sono state trovate sostanze - spiega il docente universitario tornese - non compatibili con un ambiente bucolico lontano dalle attività industriali». Sarebbe l'ulteriore prova dell'inquinamento particolare creato nel tempo dai test bellici effettuati tra Perdasdefogu e Quirra.

L'AGNELLO. Nel 2003 una serie di esperti fu incaricata dal comitato anti-militarista "Gettiamo le basi" di far luce su quanto stava accanendo attorno Quirra. Leucemie e linfomi in numero superiore alla media, stando al sindaco-oncologo Antonio Pili, e poi le malformazioni dei bambini nati tra il 1996 e il 1998 a Escalaplano (circa venti) e degli agnelli degli ovili attorno al poligono. Fu spedito in un laboratorio di Bologna anche un agnello nato con due teste (una abbozzata sotto la pelle dietro il collo): nelle ossa di questo animale è stato ritrovato uranio impoverito.

E nei muschi e licheni altre tracce inquietanti. «Questo laboratorio bolognese - spiega il professor Zucchetti - era stato incaricato di cercare l'uranio nelle zone bombardate dagli Usa, che avevano fornito addirittura le mappe delle regioni attaccate con quell'armamento. Risultato: nessuna traccia. Per un motivo molto semplice: la natura ha una capacità enorme di diluire certi materiali, che poi vengono  concentrati in particolari accumulatori biologici come le ossa, oppure i muschi e i licheni. Quel che stiamo facendo per Quirra è la regola basilare di ogni ricerca scientifica».

SEQUESTRO Ieri il procuratore di Lanusei Domenico Fiordalisi ha disposto il sequestro probatorio di alcune zone del poligono in cui venivano fatti brillare armi e muinizioni provenienti da tutta Italia. Inoltre è stato ordinata l'ispezione di 380 ettari di territorio all'interno del poligono: l'area sarà messa a disposizione dei consulenti scelti dalla Procura.

IL CONVEGNO Oggi si discuterà del caso Quirra a Ballao. In un convegno organizzato dalla Provincia di Cagliari a Casa Olla (alle 10) si discuterà delle prospettive future del territorio davanti a una eventuale dismissione del poligono.
di PAOLO CARTA -Unione Sarda

Aggiornamenti

Verra' effettuata giovedi' 21 aprile l'autopsia sui primi tre cadaveri – delle 20 salme riesumate di pastori e di un militare di Baunei, deceduti per tumori al sistema linfo-emopoietico – disposta dal procuratore della Repubblica di Lanusei Domenico Fiordalisi che indaga sull'incidenza che le esercitazioni militari effettuate nel Poligono interforze di Perdasdefogu-Salto di Quirra possono aver avuto sulla salute di uomini e animali.

Gli esami necroscopici verranno effettuati nell'ospedale di Lanusei dal prof.
Marco Grandi, direttore della Scuola di specializzazione in Medicina Legale dell'Universita' di Milano. Inoltre e' stato studiato un apposito protocollo col prof. Esandro Lodi Rizzini, fisico del Cern di Ginevra e direttore del Dipartimento di Chimica e Fisica dell'Universita' di Brescia, incaricato dal procuratore Fiordalisi di verificare se esistono connessioni fra le morti verificatesi fra il 1995 e il 2010 e l'inquinamento nella zona del Poligono.

La Procura di Lanusei ha autorizzato il prof. Lodi Rizzini a disporre di diversi professionisti per l'espletamento dell'incarico conferito (analisi di radioattivita' e nanoparticelle sui resti umani), con la creazione di un pool di specialisti provenienti da varie parti d'Italia, che dispongono di varie attrezzature, anche similari, per il miglior controllo incrociato delle svariate analisi cui saranno sottoposti i reperti umani.

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