Appello al Presidente della Repubblica affiché conceda a Yaeb Sara, il bambino nato in mare durante la traversata dalla Libia verso Lampedusa, la nazionalità italiana.
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La guerra del Mediterraneo e la nostra vergogna
I 68 cadaveri recuperati a largo di Tripoli portano a 15.828 il
numero delle persone morte nel tentativo di raggiungere l’Europa. Chi
volesse approfondire la questione può andare a consultare il sito di Fortress Europe e il corrispondente blog di Gabriele Del Grande.
Ma attenzione: la cifra è largamente sottostimata. Perché si riferisce
solo ai casi accertati, cioè segnalati da articoli di stampa, da
organizzazioni umanitarie, oltre che naturalmente dalle autorità degli
Stati. Le barche dei migranti partono clandestinamente e “muoiono” clande- stinamente.
Spesso non se ne sa nulla. O si acquisiscono le prove a distanza di molti anni, come accadde per il naufragio avvenuto la notte tra il 25 e il 26 dicembre del 1996 a largo di Portopalo di Capo Passero: quasi trecento morti, la più grave sciagura navale nel Mediterraneo dalla fine della seconda guerra mondiale.
Le autorità degli Stati europei non gradiscono le notizie dei naufragi perché feriscono la cattiva coscienza della Fortezza Europa svelandone
l’ipocrisia. E’ ragionevole pensare che il numero effettivo delle
vittime sia almeno il doppio di quello calcolato da Fortress Europe.
Nel 2004 “The Guardian” diede notizia di una ricerca condotta dall’università di Plymouth che stimava in 4000 l’anno le vittime delle migrazioni via mare in tutto il mondo, metà delle quali sulle rotte verso l’Italia e la Spagna.
All’epoca, dunque, le vittime “europee” a partire dal 1996, cioè dall’entrata in vigore del trattato di Schengen, erano stimate in ventimila, a fronte di 200.000 (fonte: ministero dell’interno italiano) persone giunte via mare nel nostro territorio. Che significa ( se attribuiamo alle rotte spagnola metà delle vittime) un morto annegato ogni venti persone giunte in Italia via mare.
Nel 2004 “The Guardian” diede notizia di una ricerca condotta dall’università di Plymouth che stimava in 4000 l’anno le vittime delle migrazioni via mare in tutto il mondo, metà delle quali sulle rotte verso l’Italia e la Spagna.
All’epoca, dunque, le vittime “europee” a partire dal 1996, cioè dall’entrata in vigore del trattato di Schengen, erano stimate in ventimila, a fronte di 200.000 (fonte: ministero dell’interno italiano) persone giunte via mare nel nostro territorio. Che significa ( se attribuiamo alle rotte spagnola metà delle vittime) un morto annegato ogni venti persone giunte in Italia via mare.
Sono
statistiche di guerra. La guerra silenziosa che si è svolta e si svolge
sotto il nostro naso da una quindicina d’anni. Smettiamolo di
sorprenderci, finiamola con le lacrime ipocrite e le commemorazioni.
Prendiamo atto che noi italiani, noi occidentali, viviamo non solo al di
sopra delle nostre possibilità economiche ma anche di quelle morali.
di G.M.Bellu L'Unita.it
di G.M.Bellu L'Unita.it
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