quarto stato

venerdì 19 dicembre 2014

Il piacere di rileggere un vecchio libro, Il mondo nuovo, di A.L.Huxley






È il caso di rileggere oggi "Il mondo nuovo"? Di riprendere in mano un libro scritto circa 70 anni fa, in un’epoca lontanissima da noi, tanto che non era stata neppure inventata la televisione? È forse qualcosa di più di una curiosità sociologica, di un effimero, ordinario best-seller che nel 1932, anno della sua pubblicazione ha venduto oltre un milione di copie?  

Domande più che mai pertinenti, dato l’altissimo grado di obsolescenza del genere – favola anticipatrice, utopia tecno- scientifica o fantascienza sociale – al quale appartiene quest’opera. Nulla invecchia più in fretta del futuro, soprattutto in letteratura. Eppure, chi vorrà superare queste reticenze per rituffarsi ne "Il mondo nuovo" sarà certamente stupefatto dalla sua straordinaria attualità. E potrà verificare che, per una volta, il presente ha rincorso il passato.
Questo romanzo, 
divenuto un grande classico del XX secolo, narra una storia che si svolge in un futuro molto lontano, intorno al 2500, o più precisamente “verso l’anno 600 dell’era fordiana”: un omaggio satirico a Henry Ford (1863- 1947), pioniere americano dell’industria automobilistica (che dà tuttora il nome una celebre marca di veicoli), inventore della standardizzazione delle componenti e di un metodo di organizzazione del lavoro per  la  costruzione in serie. Questa tecnica, ideata da Ford negli anni 20, trasformava per così dire i lavoratori in automi, in robot costretti a ripetere lo stesso gesto per l’intera giornata. Un metodo disumano, che pure è stato rapidamente adottato da tutte le grandi fabbriche di costruzioni meccaniche del mondo, dalla Germania all’Unione sovietica, e ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nell’universo industriale. Nel mondo sindacale e operaio, ma anche tra gli intellettuali, il fordismo suscitò violente critiche, che vari artisti e creatori dell’epoca fecero proprie, spesso con indiscutibile talento caustico. Basti pensare,ad esempio,al Fritz Lang di "Metropolis" (1926), o al Charlie Chaplin di "Tempi moderni" (1935).

 L’autore del "Mondo nuovo", Aldous Leonard Huxley (1894-1963), era un uomo impregnato di cultura, in

Risultati immagini per Aldous Leonard Huxley particolare scientifica. Era l’incarnazione stessa dell’intellettuale onnisciente e seducente, con una sua opinione su quasi tutto. Nato da una famiglia inglese ricca di personalità celebri, Aldous Huxley era imparentato per parte di madre con lo scrittore Matthew Arnold (1822-1888), autore drammatico, critico, umanista, grande viaggiatore e docente di poesia all’università di Oxford. Suo nonno, Thomas Henry Huxley (1825-1895) era un notissimo naturalista, difensore delle teorie evoluzioniste di Darwin e autore di un famoso libro sulle origini della specie umana (Il posto dell’uomo nella natura, 1863). Infine, suo fratello Julian Huxley (1887-1975), anche lui biologo, filosofo, esperto in genetica e sostenitore delle teorie evoluzioniste, aveva formulato critiche molto pertinenti sulle concezioni fantasiose del genetista sovietico Lyssenko. 
Fu anche primo direttore generale dell’Unesco, dal 1946 al 1948.  Naturalmente, Aldous Huxley aveva studiato a Eton e a Oxford, i grandi “centri di condizionamento” delle élite britanniche. Pensava di dedicarsi a sua volta agli studi scientifici, ma ne era stato impedito da una gravissima malattia della vista. A vent’anni era semicieco, tanto che riusciva a leggere solo con l’aiuto di una grossa lente, ed era stato persino costretto ad apprendere il braille, l’alfabeto dei non vedenti. Ma nonostante questo doloroso handicap che doveva accompagnarlo per tutta la vita, pubblicò fin dall’età di venticinque anni i suoi primi libri di poesie, e dopo gli orrori della prima guerra mondiale (1914- 1918) incominciò ad esprimere una visione ironica e disincantata del mondo.
Al suo ritorno da un viaggio in India, Huxley si legò di una forte amicizia con lo scrittore D. H. Lawrence (autore del celebre romanzo L’amante di Lady Chatterley, 1928). Malato di tubercolosi e prossimo alla morte (avvenuta a Vence nel 1930) Lawrence doveva esercitare su di lui una grande e duratura influenza.
Nei suoi primi romanzi (Crome Yellow, 1921; Antic Hay, 1923; Those Barrens Leaves, 1925; Point Counter Point , 1928) Aldous Huxley presenta un universo    nel quale la cultura e l’umanesimo sono minacciati proprio da coloro che più dovrebbero difenderli.  Scritti con una sincerità crudele e con acuta intelligenza satirica, questi libri esprimono le debolezze e le disillusioni della “generazione perduta”. Con la sua vena comica fredda, tagliente, paradossale, Huxley evoca con   scetticismo, alla maniera di Jonathan Swift, la società degli anni 20.
   
 
A questo riguardo Il mondo nuovo, la più rappresentativa tra le sue opere di questo periodo, appare piuttosto come un racconto filosofico sul modello di Voltaire, ove il talento dello scrittore, per grande che sia, passa in secondo piano rispetto al temperamento del moralista. La sua visione pessimistica dell’avvenire, ferocemente critica del culto positivista della scienza, coincide con il momento in cui le conseguenze sociali della grande crisi del 1929 investivano in pieno le società occidentali, e la credibilità dei regimi democratici capitalisti sembrava vacillare. Prima ancora che Adolf Hitler prendesse il potere nel 1933, Il mondo nuovo denuncia la prospettiva da incubo di una società totalitaria affascinata dal progresso scientifico, convinta di poter offrire ai suoi cittadini una felicità obbligatoria. E presenta la visione allucinata di un’umanità disumanizzata da un condizionamento pavloviano e dal piacere a portata di pillola (il “soma”). In questo mondo orribilmente perfetto, la società ha totalmente dissociato la sessualità dalla procreazione, a fini eugenisti e produttivisti.
Nel Mondo nuovo, l’americanizzazione del pianeta è compiuta: tutto vi è stato standardizzato e fordizzato, compresa la produzione degli esseri umani, risultato di pure manipolazioni genetico-chimiche, così come l’identità delle persone, prodotta durante il sonno mediante ipnosi auditiva – l’ipnopedia – che un personaggio del libro definisce “la più grande forza socializzatrice e moralizzatrice di tutti i tempi”. Gli esseri umani vengono dunque “prodotti”, nel senso industriale del termine, in fabbriche specializzate, i “centri di incubazione e condizionamento”, su modelli diversi, a seconda dei compiti altamente specializzati – indispensabili in una società ossessionata dalla stabilità – che verranno assegnati a ciascuno. Un manifesto umanista Al momento della loro fabbricazione in una fiala, attraverso il “processo Bokanovsky” (che consente di produrre fino a novantasei esseri umani, laddove un tempo se ne otteneva uno solo) ogni ovulo e poi ogni embrione ricevono dosi più o meno elevate di impulsi fisici e di ingredienti chimici. 

 Queste dosi condizioneranno definitivamente le loro capacità intellettuali, e determineranno, in ordine decrescente, la rispettiva categoria o casta di appartenenza: Alfa, Beta, Delta, Gamma, Epsilon … a seconda della maggiore o minore complessità dell’attività professionale alla quale saranno assegnati.  Fin dalla sua nascita, ogni essere umano viene poi educato presso “centri di condizionamento dello Stato” in funzione di valori specifici del suo gruppo, con un ricorso massiccio all’ipnopedia per manipolarne la mente, dotarlo di “riflessi condizionati definitivi” e fargli accettare il suo destino. “Cento ripetizioni per tre notti la settimana durante quattro anni, dichiara uno specialista di ipnopedia. Sessantaduemila ripetizioni creano la verità”.
Aldous Huxley illustrava così, in questa sua opera, i rischi delle tesi formulate fin dal 1924 da John Watson, padre del “behaviourismo”, la “scienza dell’osservazione e del controllo del comportamento”.
Watson affermava freddamente che avrebbe potuto prendere a caso dalla strada un bambino in buone condizioni di salute e farne, a sua scelta, un medico, un avvocato, un artista, un mendicante o un ladro, quali che fossero i suoi talenti, inclinazioni, tendenze, capacità o gusti, e indipendentemente dalle sue origini familiari.  

 Ne Il mondo nuovo, che è fondamentalmente un manifesto umanista, qualcuno ha visto anche – e giustamente – una critica al vetriolo della società staliniana, dell’utopia sovietica costruita con mano d’acciaio. Ma chiaramente la satira prende anche di mira la nuova società meccanizzata, standardizzata e automatizzata che stava allora sorgendo negli Stati uniti, in nome della modernità tecnologica.  Uomo di straordinaria intelligenza e ammiratore della scienza, Aldous Huxley esprime tuttavia in questo romanzo il suo profondo scetticismo per l’idea di progresso e una certa diffidenza verso la ragione.
Davanti all’invasione del materialismo, lancia una requisitoria feroce contro le minacce dello scientismo, del meccanicismo e del disprezzo della dignità individuale. Riconosce certo, con lucida disperazione, che la tecnica assicurerà agli esseri umani un comfort esteriore totale e altamente perfezionato. Ogni desiderio che sia percepito ed espresso potrà essere soddisfatto. Ma gli esseri umani avranno perduto la loro ragione d’essere, e si saranno a loro volta trasformati in macchine. Non si potrà più parlare di condizione umana nel senso proprio del termine.
Il titolo originale del libro, Brave New World (letteralmente: “meraviglioso nuovo mondo”) è tratto da uno degli ultimi drammi di Willian Shakespeare, La Tempesta (1611). 

 Miranda vede sbarcare dalla nave naufragata i principi di Napoli, ed esclama:
“Magnifica umanità, meraviglioso nuovo mondo che sa nutrire esseri così perfetti!”.  Per Huxley, questo titolo è un’antifrase, poiché il mondo che descrive di splendido non ha nulla. È una società di caste, immutabile, perenne, dove tutto è programmato e non c’è più posto per il caso. Del passato si è fatta tabula rasa, come raccomanda l’Internazionale, e come fa in concreto la cultura di massa. I monumenti classici di tutte le civiltà sono stati abbattuti, la letteratura data alle fiamme, i musei distrutti, la storia cancellata.
Eccesso di pessimismo o semplice lucidità? Di fatto, come è noto, in questo libro Huxley ha dato prova di un eccezionale senso di anticipazione.  La storia recente ha dimostrato che le sue più oscure profezie erano in procinto di realizzarsi, e che in materia di manipolazioni aveva saputo prevedere l’arrivo di nuove minacce. La visione del futuro di Aldous Huxley, pessimistica e oscura, ci serve da avvertimento. E ci incoraggia a sorvegliare da vicino, in tempi di manipolazioni genetiche, di clonazione e rivoluzione della materia vivente, gli attuali progressi scientifici e i loro potenziali effetti distruttivi. Il mondo nuovo ci aiuta a meglio comprendere la portata dei pericoli incombenti, quando di nuovo, e da ogni lato, i “progresso tecnico-scientifici” ci confrontano con una sfida ecologica che mette a repentaglio il futuro del nostro pianeta. E quello del genere umano.



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