quarto stato

lunedì 21 ottobre 2013

Una storia ti attende...

ALPHA URSAE MINORIS - copertinaIl mio libro Alpha Ursae Minoris, romanzo in tre racconti,
ed. Montecovello, ora anche in ebook:

http://www.bookrepublic.it/book/9788867333837-alpha-ursae-minoris/

"Siamo all’inizio degli anni ’90 e grazie alla tenacia di un affiatato gruppo di giornalisti e al lavoro di alcuni coraggiosi magistrati si dipana l’inchiesta celata dietro un banale incidente stradale, dalla quale emergerà un traffico internazionale di scorie radioattive orchestrato dall’oscuro mondo dell’eversione, quello più invisibile (nel romanzo assume il nome beffardo di Club), fatto di “colletti bianchi“, multinazionali strutturate con sistemi a scatole cinesi, organizzazioni finanziarie, legami con le nuove mafie dell’est europeo.
Un mondo torbido che muove le sue pedine per asservire l’informazione, gli apparati economici e conquistare il potere sovvertendo l’ordinamento democratico italiano.
La trama del romanzo, pur essendo univoca la storia, si sviluppa lungo tre racconti, il primo dei quali ha come protagonisti Alberto, maturo direttore de L’Eco, Romeo e Luca, suoi amici e colonne portanti della redazione del giornale.
A Caterina De Simone, giovane e sensibile magistrato, cooprotagonista coi tre giornalisti del romanzo, è dedicato il secondo racconto. Pagine che ne ripercorrono la storia personale e intima di donna del Sud che provenendo da una terra di miserie e ingiustizie, ha fatto della legalità filo conduttore della sua vita.
Il lettore perverrà alla verità di questo intricato affaire solo nell’ultimo dei racconti, nel quale Luca, il giornalista amico di Alberto, assolverà al compito di tirare le fila della storia, inserendo nel puzzle narrativo quei tasselli necessari ad avere la visione d’insieme della vicenda.
Ed infine Alpha Ursae Minoris, la Stella Polare, la stella guida del cammino di ogni navigante - e vera protagonista -, scompare dal cielo, lasciandoci in balia di noi stessi, nella cecità di una condizione umana che ha smarrito il senso ultimo della propria umanità".

(dalla quarta di copertina) 

sabato 5 ottobre 2013

Versi di pietà e rabbia...

Questi versi con in cuore e nella mente la tragedia di Lampedusa...

"Un attimo prima che finisca"

Gigantesco
l’uccello dalla testa di cavallo
sta oscurando il sole.
E’ abbastanza pesante
da perpetuare la notte;
abbastanza preciso
per strapparci la pelle i sogni le speranze.
E noi, fra ruggini pene
e feticci, sordi e muti
ce ne stiamo qui,
immobili,
impietriti dalla paura e dalla febbre
con la dignità raccolta nel palmo della mano.
La nostra dignità
lentamente abbandonata
alle maree dell’agonia.

Fratello addormentato, svegliati!
il cuore non regge più
questo contare i giorni e le morti,
la luce illividita
nelle case che i popoli si portano sulla schiena
come fagotti lungo sentieri
di taglienti geografie.
Svegliati:
l’aquila delle tempeste è venuta,
nel ventre occidentale ha fatto il nido
cova uova perfette,
temibili più del fuoco fuso nell’acciaio,
più dell’oblioso canto delle sirene.
Sì svegliati!
Incappucciati sotto cieli di stelle liquefatte
ci siamo persi,
lo siamo da tanto
appesi al ramo secco
del dare e dell’avere
la notte ci ha nascosto
oceani di solitudine
lo zero in cui muoiono le nostre anime.

E' tempo ora di gettare la maschera!
Guardiamoci le mani, i vestiti, l’anima:
senza respiro senza una tregua
(tra barili di petrolio, vetrine illuminate e libertà
di carta)
siamo noi,
i magnifici soldati eletti
difensori del fortino,
gli sbandieratori di un’idea di possesso che ci
possiede,
a premere bottoni inesorabili;
nostre sono le lame
che gelide e precise uccidono
e scavano sempre nuova miseria.
Siamo noi,
con nei geni Vangelo e Rinascimento
che ostentiamo la Legge e il Diritto
come dizionari, noi
i democratici esportatori
dell’incubo e del veleno
in lontani sogni innocenti. Noi,
aggrappati alla realtà di una vita irreale
incapaci di vedere
nei nostri occhi il suicidio di dio.

Sì fratello svegliati,
un attimo prima che finisca
questo tempo di incosciente anestesia
perché il dolore, che ti vide silenzioso
complice, all’improvviso viene e urla
il tuo nome,
lasciandoti sullo spiazzo delle capre,
più folle di ogni follia.

Vladimiro Forlese

Un numero al posto del nome...

"LAMPEDUSA - 
Un morto, un numero, un "presumibilmente" che racconta tutta una vita. Morto numero 31, maschio, nero, presumibilmente trent'anni. Morto numero 54, femmina, nera, presumibilmente vent'anni. Morto numero 11, maschio, nero, presumibilmente tre anni. 
Presumibilmente: è tutto quello che sappiamo di loro camminando fra i cadaveri di Lampedusa dopo che il mare ce li ha portati. Sembrano manichini quelli che vedo allineati e nascosti in sacchi neri e azzurri, bianchi, grigi, verdi. Da un telo viene fuori un gomito, da un altro esce un piede, c'è una mano, un naso, un seno, c'è una scarpa, una sciarpa, un orecchio. Carcasse, centoundici carcasse che adesso sono lì immobili e nella loro immobilità sembrano disperarsi, implorare, maledire. Presumibilmente, questa parola l'abbiamo sentita ripetere centoundici volte oggi". (Repubblica.it)
 

giovedì 3 ottobre 2013

Strage Lampedusa, firma appello...

Naufragio a Lampedusa
Appello per l'apertura di un canale umanitario per il diritto d'asilo europeo
Per adesioni: Progetto Melting Pot

Ai Ministri della Repubblica, ai Presidenti delle Camere, alle istituzioni europee, alle organizzazioni internazionali

A cadenza ormai quotidiana la cronaca racconta la tragedia che continua a consumarsi nel mezzo del confine blu: il Mar Mediterraneo.
Proprio in queste ore arriva la notizia di centinaia di cadaveri raccolti in mare, ragazzi, donne e bambini rovesciati in acqua dopo l’incendio scoppiato a bordo di un barcone diretto verso l’Europa.
Si tratta di richiedenti asilo, donne e uomini in fuga da guerra e persecuzioni, così come gli altri inghiottiti da mare nel corso di questi decenni: oltre 20.000.

Lo spettacolo della frontiera Sud ci ha abituato a guardare l’incessante susseguirsi di queste tragedie con gli occhi di chi, impotente, può solo sperare che ogni naufragio sia l’ultimo. Come se non vi fosse altro modo di guardare a chi fugge dalla guerra che con gli occhi di chi attende l’approdo di una barca, a volte per soccorrerla, altre per respingerla, altre ancora per recuperarne il relitto.
Per questo le lacrime e le parole dell’Europa che piange i morti del confine faticano a non suonare come retoriche.

Perché l’Europa capace di proiettare la sua sovranità fin all’interno del continente africano per esternalizzare le frontiere, finanziare centri di detenzione, pattugliare e respingere, ha invece il dovere, a fronte di questa continua richiesta di aiuto, di far si che chi fugge dalla morte per raggiungere l’Europa, non trovi la morte nel suo cammino

Si tratta invece oggi di "esternalizzare" i diritti. Di aprire, a livello europeo, un canale umanitario affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo alle istituzioni europee in Libia, in Egitto, in Siria o lì dove è necessario (presso i consolati o altri uffici) senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e il bollettino dei naufragi.

Nessun appalto dei diritti, nessuna sollevazione di responsabilità ai governi europei., piuttosto la necessità che l’Europa si faccia veramente carico di evitare queste morti costruendo una presenza diretta e non terza che, fin dall’interno dei confini africani, possa raccogliere le richieste di chi chiede protezione per poi accogliere sul suolo europeo chi fugge ed esaminare qui la sua domanda.

Alle Istituzioni italiane, ai Presidenti delle Camere, ai Ministri della Repubblica, chiediamo di farsi immediatamente carico di questa richiesta.
Alle Istituzioni europee di mettersi immediatamente al lavoro per rendere operativo un canale umanitario verso l’Europa.
Alle Associazioni tutte, alle organizzazioni umanitarie, ai collettivi ed ai comitati, rivolgiamo l’invito di mobilitarsi in queste prossime ore ed in futuro per affermare
IL DIRITTO D’ASILO EUROPEO

Prime sottoscrizioni:
Progetto Melting Pot Europa
Associazione Culturale Askavusa, Lampedusa
Arci Immigrazione
CGIL
Campagna LasciateCIEntrare
Medici per i Diritti Umani
Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR)
Prendiamo La Parola
ZaLab
Rifondazione Comunista
SEL (Sinistra Ecologia e Libertà)
Rete Antirazzista Catanese
Associazione Antigone
Associazione Lunaria
Associazione Articolo21
Terre des Hommes
Ambasciata dei Diritti Marche
Esc-Infomigrante, Roma
ADL Cobas
Associazione Razzismo Stop, Padova
Aps Garibaldi 101
Movimento migranti e rifugiati
Terra del fuoco
PRIME Italia
Osservatorio Carcere UCPI
Class Action Procedimentale
Unione forense per la tutela dei diritti umani
Associazione "Solidarite Nord Sud" ONLUS
Voice off Onlus
Opera Nomadi di Padova Onlus
Comitato No Muos Milano
Associazione Volontari per la Protezione Civile ASTRA
Associazione Finis Terrae Onlus
Casa Internazionale delle Donne di Roma
Centro sociale Bruno, Trento

Ennesima strage di migranti in mare



Un barcone carico di migranti è naufragato a Lampedusa. Il bilancio  è per ora di 94 vittime, ma aumenta di ora in ora: tra i morti ci sono anche due donne incinte e tre bambini. Il relitto è stato ritrovato inabissato sui fondali e al suo interno ci sarebbero almeno cento cadaveri, secondo i soccorritori, in maggioranza di donne e bambini. I cadaveri recuperati dall'alba sono stati trasportati in un hangar dell'aeroporto perché non c'è più posto nella camera mortuaria. In tutto sono 151 i superstiti della tragedia, ma secondo i soccorritori "mancano all'appello 250 persone".
Il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini ha inviato un telegramma al premier Enrico Letta: "Venga a contare i morti con me", e sullo sfondo le accuse di alcuni superstiti: "Tre pescherecci ci hanno visto e non si sono fermati".
Il barcone s'è inabissato ed è stato individuato sul fondale intorno a mezzogiorno: in mare sono stati trovati giubbotti salvagente, pezzi di legno e macchie di olio. Il naufragio sarebbe stato forse causato da un incendio a bordo. Disperati i soccorritori sui quattro pescherecci che hanno recuperato i corpi: "Ci sono morti ovunque", una testimonianza raccolta e riportata dal sindaco, che a Sky Tg24 ha anche annunciato l'arresto di uno scafista.  "E' un orrore - ha detto anche il primo cittadino - ci vorrebbero le telecamere per mostrare quel che sta accadendo".

link:
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/10/03/foto/strage_di_lampedusa_il_barcone_della_tragedia-67817203/1/#1

http://www.repubblica.it/cronaca/2013/10/03/foto/le_tragedie_del_mediterraneo-67811037/1/