quarto stato

giovedì 29 dicembre 2011

Quirra: no all'affossamento della verità

Uranio, guerra tra periti
La Sgs smentisce Zucchetti: i calcoli sono sbagliati

Polemiche tra esperti della Procura e della difesa sulle analisi di un agnello nato con due teste nel Salto di Quirra. Il sindaco Mura: «Un danno alla nostra immagine».

Uranio impoverito a Quirra? C’è chi dice sì e c’è chi dice no. E sui tavoli del Procuratore di Lanusei Domenico Fiordalisi, che indaga sui presunti rapporti tra le guerre simulate e l’insorgenza di tumori e leucemie nella zona attorno al poligono di Quirra, va in onda una sorta di anteprima di quel che potrebbe accadere nell’eventuale processo sulle responsabilità penali.

A Roma intanto il presidente della commissione uranio impoverito, Rosario Giorgio Costa, dopo i sopralluoghi in Sardegna, afferma che la scienza oggi non può stabilire un nesso tra esposizione a certe sostanze ed insorgenza a determinate malattie. «Ma teniamo sotto controllo anche i vaccini, lo stress, le polveri sottili. E in ogni caso, abbiamo stanziato 9 milioni di euro per risarcire 98 soldati malati dopo le missioni all’Estero o il servizio nei poligoni sardi».
IL PARERE. La novità che riguarda il caso Quirra lunedì, nel corso degli interrogatori di due chimici della Sgs, una società presieduta da Sergio Marchionne e in cui compaiono anche capitali della famiglia Agnelli. I difensori di Gilberto Nobile e Gabriella Fasciani, indagati per falso ideologico (avrebbero negato che l’inquinamento registrato a Quirra sia imputabile alle attività del poligono adottando procedure scientifiche contestate), hanno prodotto un documento che mette in dubbio una delle certezze dell’accusa. 
 In particolare la Sgs smonta, sino a un certo punto, la tesi del professore Massimo Zucchetti, docente di radioprotezione al Politecnico di Torino, che aveva attestato la «probabile» presenza di uranio impoverito nelle ossa di un agnello nato a due teste in un allevamento del Salto di Quirra.

NESSUN URANIO. Secondo gli esperti incaricati dalla Sgs, il professor Armando Zingales, presidente del Consiglio nazionale dei chimici e già docente di Chimica industriale all’Università Ca’ Foscari di Venezia, e il professor Sergio Facchetti, docente di Tossicologia all’Università Statale di Milano, Responsabile di ricerca presso il Centron di ricerca dell’Unione europea, i calcoli di Zucchetti sarebbero sbagliati: «Il sistema di calcolo è errato, in quanto non conforme agli standard scientifici internazionali, non vi è alcuna certezza che si tratti realmente di uranio impoverito».
SÌ, C’È URANIO. Zucchetti a marzo, nel corso di una trasmissione televisiva su Rainews24, aveva dichiarato il contrario, cioè di aver consegnato al Procuratore Fiordalisi la prova del ritrovamento di uranio impoverito nelle ossa di un agnello malformato, riscontrato nell’unico laboratorio italiano, con sede a Bologna, in grado di effettuare certe misurazioni.
Una autentica guerra di perizie, in attesa dei prossimi atti giudiziari. Entro poche settimane dovrebbe concludersi la prima parte dell’inchiesta sui misteri del poligono.
Tre generali e un professore universitario sono indagati per disastro ambientale doloso, due chimici della
Sgs per falso, anche se i difensori, al termine dell’interrogatorio sollecitato dalla Sgs, hanno chiesto l’archiviazione.
IL SINDACO. Sul caso interviene anche il sindaco di Perdasdefogu, Walter Mura: «Si era parlato di uranio impoverito rinvenuto in quell’animale nato con due teste, senza che nessun ente pubblico avesse certificato la provenienza dell’agnello. Se fosse vero quello che sostengono i due periti della Sgs, cioè che le misurazioni commissionate da Zucchetti sono state condotte senza rispettare il protocollo scientifico conforme agli standard internazionali, sarebbe gravissimo perché la presenza di uranio in quell’agnello è stata ripresa e data come certa da tutti i media e ha creato notevoli danni all’economia del territorio e sottoposto a notevole stress la mia comunità».
Paolo Carta
.. sin qui l'articolo tratto da L'Unione Sarda nel quale Paolo Carta ben mette in rilievo quella che mi sembra la sostanza vera della questione e cioè il tentativo di gettare discredito sui risultati sin qui acquisiti dal Procuratore di Lanusi Fiordalisi. Vale a dire che mesi di ricerche, perizie, interrogatori e quantaltro si baserebbero su una perizia non scientificamente probabile, basata su calcoli errati.
Personalmente, analizzando il curricula del prof. Zucchetti, dubito un professionista stimato da tutta la comunità accademica possa essere incorso in errori così madornali.
Tuttavia confido nella magistratura e sarà il processo a stabilire da che parte sta la verità.
Concludo dicendo che questo ulteriore tentativo di affossare un'inchiesta dai risvolti drammatici, deve suonare come l'ennesimo campanello d'allarme per tutti coloro che la verità l'hanno sollecitata e pretesa, facendo in modo che non cessi mobilitazione e controllo su quanto sta andando in onda a Quirra.
Espresso Inchiesta: Sardegna, la strage nascosta

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